Gigi D'Ag e i suoi fratelli: l’italo dance non ha tempo

Storia di un movimento che ha permesso all’Italia di affacciarsi sul mondo. In attesa di Sanremo.

Quando Amadeus ha annunciato che, per quello che ha ribattezzato il “terzo palco del Festival di Sanremo”, che si è aggiunto all’Ariston e a quello esterno di piazza Colombo, ovvero la nave al largo del porto della Città dei Fiori, si sarebbe esibito Gigi D’Agostino, ha suscitato un sussulto al cuore di tutti gli appassionati di musica. Sono stati migliaia i post e i commenti di affetto nei confronti di “Gigi Dag”. Quello del dj è un grande ritorno: calcherà nuovamente un palco a più di due anni dall'annuncio di una malattia - di cui non ha mai specificato i dettagli - che l'aveva costretto a un sofferto ritiro momentaneo. “Purtroppo da alcuni mesi sto combattendo contro un grave male che mi ha colpito in modo aggressivo”, aveva scritto l’icona della scena italo dance a cavallo fra gli anni novanta e duemila. Dopo tanti mesi di silenzio, intervallati solo da qualche sporadica apparizione sui social, l'autore di “L'amour toujours”, lo scorso 8 dicembre, aveva aggiornato i fan sulle sue condizioni di salute, spiegando di stare meglio e di essere in una fase di recupero. Con Gigi Dag, la nave, c’è da metterci la mano sul fuoco, si trasformerà in un grande club galleggiante e anche in una macchina del tempo

L'italo dance, infatti, negli anni ’90 faceva rima con la parola mainstream. Nel 1999, quando i dischi venivano acquistati ancora fisicamente, Gigi D'Agostino vendette un milione di copie nella sola Germania con il singolo “Bla Bla Bla”, e quindi aprì nuovi sbocchi commerciali per la dance italiana, che raggiunse nello stesso periodo le vette delle classifiche europee con i cinque milioni di copie vendute da “Blue (Da Ba Dee)” degli Eiffel 65, che, oltre a essere entrata in classifica in molti Paesi europei, è stato anche uno dei due singoli di questo periodo a entrare nella Billboard Hot 100 americana, raggiungendo la posizione numero 6. Un risultato incredibile. L'altro pezzo fu proprio “L'amour toujours” di D'Agostino, alla posizione numero 78. E come dimenticare anche “Tell me why” di Prezioso feat. Marvin, prodotta negli studi Media Records e scritta dai fratelli Prezioso, nomi centrali in quel periodo?

Ma i casi di canzoni legate a questo mondo e a questo genere, capaci di sfondare a livello nazionale e internazionale, sono molteplici: Gabry Ponte, componente degli Eiffel 65, che nel 2003 parteciparono a Sanremo con il singolo “Quelli che non hanno età”, sfornò “Geordie”, cover rivisitata in chiave elettronica del pezzo omonimo di Fabrizio De André, e raggiunse l'apice del suo percorso nel 2003 con “La danza delle streghe”. Proprio l’idea di riprendere un pezzo storico o una melodia del passato, e di riadattarla in modo del tutto nuovo, fu una delle grandi invenzioni dell’italo-dance: “Geordie” fu un caso emblematico, c’è chi ha scoperto prima la versione di Ponte rispetto a quella di Faber. Nel 2003 il sound iniziò a cambiare con l'exploit internazionale di Benny Benassi e la sua “Satisfaction”, che condizionò le produzioni negli anni a venire. In generale la dance di matrice italiana, con il passare del tempo, dopo aver lasciato il segno in Europa, inevitabilmente, con l’avanzare incessante del nuovo millennio perderà un po’ di terreno, ma i suoi protagonisti, noi ne abbiamo citati solo alcuni, sono sempre rimasti nel cuore del popolo della notte e non solo, perché capaci realmente di esportare un sound e uno stile nostrani condizionando anche il mercato estero. 

Proprio a Sanremo due anni fa Amadeus ha voluto come ospiti i Meduza: il trio milanese composto da Simone Giani, Luca De Gregorio e Mattia Vitale è tra i nuovi ambasciatori della dance italiana nel mondo, in salsa house. Con le loro hit, da “Lose control” a “Piece of you heart”, passando per “Paradise” e “Tell it to my heart”, fanno ballare da almeno tre anni a questa parte le discoteche di tutto il mondo, macinando milioni e milioni di streams sulle piattaforme e scalando le classifiche anche al di là dell’Atlantico. Dietro al successo del trio che piace a Ed Sheeran, che gli ha affidato un remix della sua “Bad Habits”, ci sono i manager Kevin Harris - nessuna parentela con Calvin, la star dell’elettronica - e Sergio Bienati, origini italiane, tra i punti di riferimento della scena dance britannica: sono gli stessi che nel 2021 hanno messo a punto l’operazione di successo che ha portato i Goodboys a ripescare “Bongo Cha Cha Cha” di Caterina Valente facendone una hit. “Pieces of your heart” gli valse nel 2020 una nomination ai Grammy Awards come “Miglior registrazione dance”. Hanno battuto i Maneskin di qualche mese: alla fine del 2020 i Meduza, il cui nome è un omaggio al simbolo di uno dei più grossi brand tricolore nel mondo, Versace, sono stati gli artisti italiani più ascoltati dell’anno nel mondo su Spotify, mentre nel marzo del 2021 – otto mesi prima di Damiano e soci – sono stati i primi italiani ad esibirsi nel salotto televisivo di Ellen DeGeneres, tra i programmi di punta della tv statunitense. Gli Europei 2024 avranno il loro suono: sono stati scelti per registrare insieme agli OneRepublic di Ryan Tedder e a Kim Petras la canzone ufficiale del torneo.

E mentre i Kolors spopolano con “Italodisco”, citando i Righeira e Giorgio Moroder, a farsi carico della missione di rilanciare il genere è Bob Sinclar. Ci sarà anche lui sulla nave, nella serata di mercoledì. Il 54enne dj francese ha appena pubblicato un remix dell’iconica “Ti sento” dei Matia Bazar: “Tutti sanno che sono un grande fan dell’italo disco. Molto spesso criticata dai giornalisti italiani all'inizio degli anni ’80, l'Italo Disco ha ispirato artisti elettronici famosi in tutto il mondo come Erasure, New Order e Pet Shop Boys e ha anche influenzato il movimento musicale House da Franky Knuckles a Chicago, a Juan Atkins e Derrick May a Detroit. Ora voglio rilanciarla”, ha detto. In passato, come noto, Sinclar rimise mano a “A far l’amore comincia tu” di Raffaella Carrà, facendo rivivere la hit a distanza di quarant’anni dall’uscita dell’originale. C’è da scommettere che a Sanremo non mancheranno sorprese, durante la sua esibizione.

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