20 anni da “Up”, 20 anni senza un album di studio di Peter Gabriel. Poi 12 canzoni in un anno: anzi, 36: perché i brani che andranno a comporre “I/O”, nuovo album di studio che esce ufficialmente il 1° dicembre, sono stati pubblicati in diverse versioni, nel corso degli ultimi 12 mesi.
Anche per i fan, c’è da perdere la testa. Ogni mese, da gennaio, arriva una canzone: in corrispondenza delle fasi della luna, ne venivano pubblicate due versioni diverse, un “Bright side mix” e un “Dark side mix”, a cui ne seguiva una terza, “In-side mix”. Più outtakes e demo su Bandcamp (in cambio di un abbonamento da 3 sterline al mese). Ogni canzone aveva un artwork creato appositamente da artisti come Ai Weiwei ed Olafur Eliasson.
Proviamo a mettere ordine, con l’aiuto di Hans-Martin Buff, che ha curato l’In-side mix, ovvero la versione in Dolby Atmos, disponibile su Apple Music e Amazon Music e fatta ascoltare ieri alla stampa negli studi di Pinaxa a Milano. Gabriel ha scelto di non parlare, a questo giro, dando mandato al fonico responsabile del mix “spaziale”, in collegamento zoom.
I diversi mix delle canzoni
Gabriel da sempre si diverte con la tecnologia: negli anni ’90 sperimentò con i CD-Rom (chi se li ricorda?), con giochi interattivi in cui l’ascoltatore poteva remixare le canzoni. Negli anni zero, nel pieno della battaglia tra industria e pirateria, fondò MUDDA, una “Magnifica unione di artisti per il download”, spiegando che il digitale era un’opportunità, non (solo) una minaccia. Ora, per “I/O”, ha scelto di usare il metodo di distribuzione tipico delle piattaforme streaming: canzoni singole pubblicate frequentemente, raccolte alla fine in un album.
La moltiplicazione delle uscite però ha creato un po’ di confusione: ogni canzone usciva in due mix, curati da due nomi storici della produzione musicale Il Bright-side Mix è stato curato da Mark “Spike” Stent, mentre il Dark-Side Mix è di Tchad Blake. Parliamo sempre della stessa canzone, con qualche piccola differenza nel bilanciamento dei suoni: quelle di Blake tendono ad essere un pò più dinamiche, per esempio. Gabriel ha spiegato così la scelta;
Ho la fortuna di avere due dei migliori ingegneri del suono al mondo. Piuttosto che scegliere di pubblicare solo uno dei loro mix, ho deciso che le persone dovrebbero essere in grado di ascoltare tutto il grande lavoro che stanno facendo entrambi.
Ognuno porta un carattere diverso. Penso che Tchad sia uno scultore, per il modo in cui costruisce un viaggio dando drammaticità al suono, con una narrazione più oscura. Spike, invece, ama il suono, il bilanciamento e l’assemblaggio: è quasi come se lui fosse più un pittore e Tchad fosse più uno scultore.
So che questa quantità di dettagli non è per tutti, ma spero che coloro che sono interessati alla produzione musicale apprezzeranno le loro diverse interpretazioni.
A proposito di dettagli: su Bandcamp era disponibile un abbonamento da 3 sterline al mese, con altre versioni ancora dei brani: demo e outtake.
L’in-side mix: “Un nuovo modo di fare musica”
La terza versione è il cosiddetto “In-side mix”, ovvero la versione “spazializzata” in Dolby Atmos, affidata a Hans-Martin Buff. Intesa da Gabriel come una cosa a se stante, non un re-mix di versioni preesistenti: “Rispetto a quando stavo registrando per la prima volta la mia musica, ora il modo in cui si ascoltano canzoni e musica è soprattutto attraverso le cuffie. E questo dà a noi artisti la possibilità di mettere le persone proprio all'interno di questo spazio tridimensionale”, ha spiegato Gabriel. “La domanda è: come riempi quello spazio tridimensionale? È come se stessi decollando su una mongolfiera: all'improvviso puoi vedere tutto intorno e puoi posizionare le cose con molta attenzione e far accadere gli eventi nello spazio. È una sorta di composizione spaziale.
“Per me non è solo un nuovo modo di mixare le canzoni, non è come mettere gli occhialini tridimensionali al cinema e sperare che succeda qualcosa. È un nuovo modo di ripensare lo stereo. Io, Tchad e Spike abbiamo lavorato indipendentemente: Peter ci ha detto che non gli interessava che i mix fossero simili o diversi, basta che suonassero bene. E per scaramanzia non ho ascoltato gli altri mix, lo farò solo venerdì quando esce l’album”
Buff non ha solo remixato le canzoni, ha avuto il permesso di aggiungere e togliere strumenti. “Nel primo brano, ‘Panopticon', c’è un break con due chitarre: funzionava bene in stereo ma non c’era molto su cui lavorare in 3D e ho chiesto di aggiungere strumenti. Peter mi ha dato l’ok. In un altro brano, ‘Road to Joy’,ho tolto delle cose: è una canzone un po’ funky e, avendo lavorato con Prince, ho un buon allenamento sul funk, che è fatto di break, di cosa non c’è. L’idea di Peter che è chiunque lavora ad una canzone lascia il suo marchio. Ci sono artisti che non amano questa cosa, invece Peter vuole che chi lavora con lui ci metta del suo. È stato forse il miglior progetto della mia vita”.
“Credo che le cuffie siano il modo migliore per sentire il Dolby Atmos”, conclude Buff. “Il mio interesse per il suono in tre dimensioni è iniziato proprio con le cuffie: chi ha 12 altoparlanti a casa, diciamocelo?”
L’album, i musicisti
Il primo album di Peter Gabriel in 20 anni è stato registrato principalmente ai Real World Studios e nel suo studio casalingo. Un album che ha dichiaratamente avuto una lunga gestazione, e quindi un cast di musicisti molto ampio. La band di base è composta dai collaboratori storici di Gabriel: il chitarrista David Rhodes, il bassista Tony Levin e il batterista Manu Katché. Brian Eno è presente in diversi brani, mentre ci sono contributi di Richard Russell, del pianista Tom Cawley, dei trombettisti Josh Shpak, della violoncellista Linnea Olsson e del tastierista Don E. La figlia di Peter, Melanie, è presente ai cori, così come Ríoghnach Connolly. Sono presenti anche il Soweto Gospel Choir e il coro maschile svedese Oprhei Drängar che prestano le loro magnifiche armonie a una selezione di brani, e gli archi della New Blood Orchestra, guidata da John Metcalfe. È presente anche Paolo Fresu, che fa un assolo di tromba in “Live and let live”, la 12° e ultima canzone pubblicata lunedì.