Piano, quartetto d'archi e qualche coloritura elettronica, sullo sfondo immagini dello scorrere dell'acqua: Fabrizio Paterlini ha presentato così "Riverscape", il suo nuovo album (Memory Records/ Believe), la settimana scorsa con un concerto al Mare Culturale Urbano di Milano. Una performance intima ed intensa, che segna una nuova fase del pianista: l'album è infatti un concept dedicato ai paesaggi sonori ed emotivi suscitati dal fiume, nato da un lavoro congiunto con la fotografa olandese Kristel Schneider, che ha realizzato un libro fotografico sule sponde dell'Allier, dalle parti di Lione, mentre Paterlini ha scritto le musiche ispirandosi al suo Po, a poca distanza da dove vive.
"Il fiume è un ambiente affascinante, rappresenta la quantità di vita e la memoria: componendo questa musica mi sono messo a pensare a quello che poteva essere il Po anche centinaia di anni fa, a chi ha vissuto grazie a queste acque, a chi ci ha perso la vita, a chi lo ha attraversato. Mi piacciono anche il panorama, i colori che cambiano con le stagioni, l’acqua calma solo apparentemente", ha raccontato Paterlini a Rockol, che pubblica due estratti dal concerto; ecco la title-track "Riverscape".
Diverso anche l'approccio sonoro: Paterlini si è esibito con un pianoforte verticale e un computer/un controller che controllava effetti e campioni su Ableton, software usato dai producer per la musica elettronica: "Il fiume è un ambiente complesso da raccontare con uno strumento solo", ha spiegato Paterlini." L’elettronica rappresenta l’elemento ritmico dello scorrere delle acque, il ripetersi del pattern del fiume che sbatte su rocce e alberi. il piano è l’essenza, gli archi sono i profumi, le visioni delle distese, la vegetazione, quello che c’è attorno".Ecco un altro estratto dal concerto, "When the autumn comes":