L’impeto degli Slipknot porta il Knotfest in Italia

Sette band hanno animato l’Arena Parco Nord di Bologna prima degli Slipknot: il racconto

Era il 2012 quando gli Slipknot hanno presentato per la prima volta il Knotfest. Nelle intenzioni del co-fondatore e percussionista Shawn "Clown" Crahan, mente creativa dietro l’immaginario della band heavy metal mascherata, il festival è nato come una giornata “dedicata alla nostra mentalità, alle nostre idee, alle persone con cui vogliamo suonare, alle band che pensiamo che i nostri fan vogliano vedere”. Dopo il debutto negli Stati Uniti, nel 2014 l’evento ha fatto tappa in Giappone e negli anni successivi ha conquistato sempre più paesi toccando anche il Canada, la Germania, l’Australia, il Messico, la Colombia, la Francia e il Cile. Diventato un festival itinerante a tutti gli effetti, il 25 giugno 2023 il Knotfest debutta finalmente anche in Italia.

25 giugno 2023 - Arena Parco Nord - Bologna - Knotfest - Slipknot in concerto

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Per la prima edizione italiana del loro evento, organizzata da Vertigo, gli Slipknot portano all’Arena Parco Nord di Bologna il loro museo e altre sette band a esibirsi prima del loro infuocato set. Il caldo bolognese, con picchi di 30 gradi ma percepiti molto di più, non dà tregua per l’intera giornata trasformando l’area in un vero e proprio girone infernale. Nonostante il caldo e la quasi assenza di ombra all’interno del parco collinoso, il pubblico inizia ad affollare l’Arena da mezzogiorno per il primo concerto del Knotfest Italy con i milanesi Destrage. 

La musica del Knotfest

Con gli scozzesi Bleed From Within, i texani Nothing More e i Lorna Shore, la musica si è ormai impossessata dell’Arena Parco Nord ed è il vero motore dell’evento. La giornata è infatti una vera e propria sfida contro il caldo e il sole, ai quali si sopravvive grazie alla passione che muove il pubblico, oltre che grazie ai “water point” installati per distribuire acqua gratuitamente. L’attenzione è rivolta sempre verso il palcoscenico, sia dal pit che dalla collina su cui i partecipanti hanno trovato il proprio terreno di riposo. 

25 giugno 2023 - Arena Parco Nord - Bologna - Knotfest - Amon Amarth in concerto

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La metà del pomeriggio riserva poi il debutto sul suolo tricolore degli I Prevail. La formazione statunitense nata dieci anni fa a Southfield, nel Michigan, porta a Bologna il suo mix vincente di nu-metal, metalcore, pop-punk, in cui si trovano anche elementi rap e trap. La band, formata da Brian Burkheiser, Eric Vanlerberghe, Steve Menoian, Dylan Bowman e Gabe Helguera, riesce a raccogliere l’entusiasmo del pubblico, a cui regala anche una cover di “Chop Suey” dei System of a Down. Quando il sole sembra ormai prossimo a scomparire finalmente dietro agli alberi che perimetrano l’esterno dell’Arena Parco Nord, è quindi il turno degli Amon Amarth. I vichinghi capitanati da Johan Hegg si impossessano della scena trasformandola in un’enorme imbarcazione da cui dare il via alla loro impresa, dove musica e recitazione danno forma allo show. A scaldare l’atmosfera prima dell’arrivo degli Slipknot, ci pensano gli Architects. Considerata tra gli alfieri del post-metalcore, la band originaria di Brighton torna così in Italia a distanza di oltre quattro anni dal suo ultimo concerto nel nostro Paese, colmano l’assenza con energia e coinvolgimento. 

25 giugno 2023 - Arena Parco Nord - Bologna - Knotfest - Architects in concerto

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Il concerto degli Slipknot al Knotfest

Quando il buio della sera invade ormai l’arena bolognese, Corey Taylor e soci sono ormai pronti per dare il via al loro grande spettacolo. Gli Slipknot fanno ritorno dalle nostre parti a circa un anno di distanza dal loro ultimo passaggio tricolore. Questa volta, oltre a portare per la prima volta nella Penisola il Knotfest, la formazione mascherata di Des Moines arriva con un nuovo album in studio all’attivo, “The end, so far". Dopo la furia metallica di “The Blister Exists” da “Vol. 3: (The Subliminal Verses)” del 2004, la band fa ascoltare dal vivo due dei pezzi più riusciti del suo ultimo lavoro come “The Dying Song (Time to Sing)” e “Yen”. È proprio grazie a questi due brani che la voce di Corey Taylor, inizialmente un po’ debole, comincia a scaldarsi per permettergli di dare sfogo alla propria furia impetuosa. È lo stesso cantante, però, a scusarsi per la propria resa vocale non perfetta per un problema alla gola che lo tormenta da qualche settimana.

Ciò che cattura però subito l’attenzione, è l’assenza di Shawn Crahan, rientrato nuovamente negli Stati Uniti per stare accanto alla moglie malata, dopo l’improvvisato e fugace ritorno per il Download Festival. Con rispetto e onore, gli Slipknot decidono di lasciare la torre destra del “Clown" vuota, s cui solo ogni tanto l’altro percussionista decide di arrampicarsi. L’altra novità che riguarda la formazione, è la presenza di un nuovo misterioso componente accanto agli Slipknot, che è apparso a sorpresa dopo l’improvvisa uscita dal gruppo del tastierista di lunga data Craig Jones. Nonostante l’assenza di una delle colonne portanti della band e dell’ingresso di un nuovo musicista, Corey Taylor e compagni riescono a regalare al pubblico di Bologna un concerto degno del loro nome e dei loro standard. Per circa un’ora e mezza di musica, intervallata dalle consuete interazioni del frontman con il pubblico e dei suoi tentativi di parlare in italiano (con immancabile bestemmia urlata al cielo che puntualmente fa esplodere la folla), gli Slipknot propongono le esecuzioni di alcuni dei loro brani più noti. Non mancano all’appello canzoni come “Psychosocial”, “The Devil in I”, “The Heretic Anthem”, “Eyeless” e “Wait and Bleed”, prima del momento dei bis affidato a “Duality” e “Spit It Out”.

Scaletta

Death March (registrata)
Prelude 3.0 (registrata)
The Blister Exists
The Dying Song (Time to Sing)
Liberate
Yen
Psychosocial
The Devil in I
The Heretic Anthem
Eyeless
Wait and Bleed
Unsainted
Snuff
Purity
(515) (registrata)
People = Shit
Surfacing

BIS

Duality
Spit It Out
'Til We Die (registrata)

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