Beatles e intelligenza artificiale: scherza coi fanti, ma...

"...lascia stare i santi": perplessità preventive su un'operazione annunciata

Circola la notizia, anticipata dalla BBC in un'intervista a Paul McCartney, che entro l'anno sarà pubblicata una nuova canzone "attribuibile" ai Beatles. Si trattarebbe di un semiinedito di John Lennon, "Now and then", che già era stato considerato per le operazioni (artificiali, ma condotte da menti e mani umane) dei due "inediti" inclusi in "Anthology" 1 e 2 ("Free as a bird" e "Real love", usciti rispettivamente nel 1995 e nel 1996). Anche in quei due casi si era partiti da provini di Lennon, completati dagli (allora tre) superstiti dei Beatles - McCartney, Harrison e Starr, i cosiddetti "Threetles" - con la collaborazione alla produzione di Jeff Lynne.

Anche per "Anthology 3" si era pensato a un nuovo "inedito", che sarebbe dovuto essere proprio "Now and then" (che, con "Grow old with me", era uno dei quattro demo forniti alla bisogna da Yoko Ono).
I "Threetles" e Jeff Lynne avevano cominciato a lavorare anche su "Now and then", arrivando fino a registrare una traccia di base grezza; ma dopo un paio di giorni di lavoro avevano abbandonato l'idea, sia perché il demo era ampiamente incompleto (c'era il ritornello ma mancavano quasi del tutto le strofe) sia perché la qualità sonora del nastro con registrata la voce di Lennon era decisamente scadente. Ma aveva pesato anche l'opinione contraria di Harrison, secondo il quale il demo era "spazzatura".

Adesso, in tempi di Intelligenza Artificiale, il progetto riciccia fuori. Harrison non si può più opporre, e McCartney e Starr l'hanno riesumato.
Il che, a mio avviso, è una pessima idea.
Già non mi erano piaciute granché le prime due "operazioni" - anche se almeno il video di "Free as a bird" era davvero un lavoro eccellente, fitto com'era di indizi beatlesiani (lo potete rivedere qui sotto). 

Ma le mie aspettative su questa specie di cyborg che promette di essere "Now and then" sono ancora meno ottimistiche. A mio avviso (un parere che non conta nulla, s'intende) il rischio di trovarci di fronte una specie di Frankenstein Junior ("Si... può... fare!") è molto alto, e mi sorprende - ma neanche tanto, in effetti - che Paul e Ringo, e ovviamente Yoko Ono, abbiano avallato, e forse anche partecipato direttamente a, questa iniziativa, che trovo francamente di pessimo gusto.

Può darsi che mi ricreda ascoltandolo, ma non ci scommetterei due euro.

Vuoi leggere di più su Beatles?

rockol.it

Rockol.com s.r.l. - P.IVA: 12954150152
© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Privacy policy

Rock Online Italia è una testata registrata presso il Tribunale di Milano: Aut. n° 33 del 22 gennaio 1996