Le "Songs of surrender" degli U2: "Stuck In A Moment..."

Canzone per canzone, storia e nuove versioni dei brani degli U2

“Songs of surrender”: 40 canzoni, 40 storie: molto di più che una raccolta degli U2 o un album “unplugged”. È un'autobiografia in musica che si accompagna a "Surrender", quella di Bono, ma coinvolge tutta la band, a partire da The Edge - il motore dell'operazione.
Sono contemporaneamente le canzoni dell'accettazione, ma anche dell'esperienza. Ogni canzone è una storia a parte: Rockol dedica un track by track a puntate: ogni giorno raccontiamo le origini e l'evoluzione di alcuni brani, dalla prima versione a quella contenuta in “Songs of surrender”.

 Stuck In A Moment You Can’t Get Out Of 

La ballata di "All that you can't leave behind", dedicata all'amico scomparso Michael Hutchence "Odio ancora oggi il culto della morte che riemerge periodicamente nel rock. . Non è una reazione amorevole, me ne rendo conto, ma quando scrissi il testo fuori di me", racconta Bono in "Surrender": "Mi manda va in bestia vedere i mendicanti in fin di vita agli angoli della strada, alle prese con la fame o la malattia, e poi vedere gente privilegiata che gettava via la propria esistenza. Oggi so che questo è un ragionamento profondamente sbagliato. So che può capitare di trovarsi nel buio più assoluto, al punto che faresti qualsiasi cosa per scappare, anche scappare dalla vita stessa"

Un’altra versione molto semplice: voce e chitarra, qualche accenno di percussione, il piano sul finale. Il testo non è cambiato ("I  am still enchanted by the light you brought to me/Still listen through your ears, and through your eyes I can see/And you are such a fool To worry like you do") ma La frase “I’m just trying to find  a decent melody, a song that I can sing i n my own company” qua sembra il manifesto del disco.

 Red Hill Mining Town 

Voce, fiati e chitarre: stupenda scelta da “The Joshua Tree” per una delle canzoni assenti in "Surrender".
La canzone doveva essere il secondo singolo dell'album, ma la band non ne fu mai del tutto soddisfatta, tanto che venne remixata nel 2017 da Steve Lillywhite, riportando in primo piano i fiati, protagonisti anche in questa versione con Trombone Shorty e Yirmayah Yisrael. Una stupenda performance vocale che rispetta il pathos dell’originale, un bell’arrangiamento: la canzone nacque da uno sciopero dei minatori inglesi  del 1984 che divise profondamente il paese e creò un conflitto perché il governo sosteneva la chiusura delle miniere che non generavano profitto, ignorando l'impatto sociale della decisione: "We see love, slowly stripped away/Our love has seen its better day/Hangin' on/Lights go down on Red Hill

 Ordinary Love 

Scritta nel 2013 per il film "Mandela: Long Walk to Freedom" e pubblicata solo come singolo, vinse un Golden Globe e venne nominata agli Oscar (ma venne sconfitta da "Let it go", la canzone di "Frozen"). Si ritorna ad un arrangiamento più diretto: voce, chitarra e piano, che si intrecciano alla perfezione, rispettando l’originale: "‘Cause we can't fall any further/If we can’t feel ordinary love/And we cannot reach any higher/If we can't deal with ordinary love"
 

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