Il road movie psichedelico di Colapesce e Dimartino

Esce "La primavera della mia vita", film e colonna sonora con un duetto inedito con Madame.

Gemelli siamesi diversi, suore sommozzatrici, teiere giganti, professori complottisti che sostengono che la Sicilia fosse popolata dai giganti o che Shakespeare fosse originario di Messina. Sono i personaggi che popolano “La primavera della mia vita”, il film di Colapesce e DiMartino, in questi giorni nei cinema, scritto dal duo siciliano con il regista Zavvo Nicolosi.  Un road movie “con due ragazzi, due uomini di mezza età, due mezzi boomer, su una macchina arancione”, che attraversano la Sicilia per scrivere un libro sulle leggende locali, in un’ambientazione tra Tim Burton e Paolo Sorrentino. 

Un progetto parallelo a “Splash”

"Dietro al film c’è un lavoro lunghissimo, durato più di un anno e 'Splash' è nata più o meno durante la fase di scrittura della sceneggiatura”, spiega Dimartino a Rockol, sulla contemporaneità con la partecipazione a Sanremo, dove hanno vinto il premio della Critica. "In un certo senso le cose sono state collegate da subito anche se ancora non ne eravamo coscienti. Inizialmente non avevamo in programma di tentare Sanremo, ma eravamo convinti della bontà della canzone e abbiamo deciso di buttarci”.
"Abbiamo scoperto di essere stati scelti solo guardando il TG 1 del 4 dicembre, quando ormai la data di uscita del film era stata già scelta da tempo. Fortunamente peró i pianeti si sono allineati ed è stato stimolante affrontare il festival con un progetto così ambizioso in rampa di lancio", spiega Colapesce. 

Come si vede in questo video, un riferimento a Sanremo, nel film c’è: nel racconto Colapesce e Dimartino si sono separati da anni: il primo è frustrato, ma ormai fuori dal giro quando la sua manager (Stefania Rocca), gli propone una reunion, dopo che è stato rifiutato dal Festival:

Un road movie psichedelico

“La primavera della mia vita” è un film con diversi piani narrativi ma che alla fine è il racconto di un'amicizia: una storia normale che si muove in un ambiente fantastico. Colapesce è il pessimista critico che vorrebbe continuare la sua carriera. Dimartino è l'opposto: un bonaccione credulone, uno che dice "pazzesco" per ogni cosa, un sognatore che entra a far parte di una setta.

I due recitano personaggi non troppo diversi da quelli dei corti che hanno anticipato la partecipazione al festival: “Pensa che abbiamo cominciato a ragionare dell’idea di scrivere un film prima ancora di cominciare a scrivere il nostro primo disco insieme, 'I Mortali'. Solo che per tanto tempo questa cosa è rimasta praticamente solo un sogno nel cassetto, ma l’idea di presentare quel disco non con un videoclip ma con un cortometraggio, di certo ha a che fare con questa nostra passione per il cinema. Non a caso il regista è lo stesso, Zavvo Nicolosi, che collabora con noi - prima da soli e poi insieme - da praticamente un decennio”, spiega Colapesce. “Comunque a noi tendenzialmente piace scrivere, prendiamo continuamente appunti su storie e nuove idee, la recitazione invece non è una cosa che abbiamo inseguito. Non siamo attori e non ci sentiamo tali, anche se ci siamo divertiti molto a girare il film (nonostante la grande fatica di girare con 40 gradi indossando vestiti di lana)”. 

Un rapporto, quello con il racconto audiovisivo, che il duo ha coltivato anche nelle serie, scrivendo la sigla di “The bad guy” per Amazon Prime, in cui compaiono anche in un cameo, cantando un jingle: “Non esiste un meglio o un peggio, dipende sempre dal modo in cui una canzone può essere utilizzata all’interno di un film e di una serie. Ovviamente in questo momento storico sembra che le serie abbiano la possibilità di penetrare l’immaginario collettivo popolare e infatti non sono pochi i casi di brani anche del passato tornati a essere popolari dopo essere passati per una serie. Però se chiudiamo gli occhi pensiamo subito a quella scena di 'Apocalypse Now’ con 'The End' dei Doors che a 44 anni di distanza dall’uscita del film non ha perso nulla della sua iconicità. Il film giusto può garantire il dono dell’immortalità alla canzone giusta”, spiegano i due.

La musica del film (e un album in arrivo)

Nel film c’è una Sicilia surreale e psichedelica, "che ricorda il sud del mondo: certe volte il Texas e l'Alabama, certe volte la Thailandia. Mi sono fatto ispirare dalla mitologia greca”, spiega Nicolosi. Ma c’è anche molta musica e ci sono colleghi: Madame canta "La primavera della mia vita", canzone inedita originale scritta con i due; Brunori che fa il leader di una band di sosia di Jim Morrison. Erlend Oye, che vive in Sicilia da anni, canta il suo "Lockdown blues", Roberto Vecchioni fa il professore (complottista). E c’è un filo rosso che collega il film a “Splash”: “Il film e la canzone sono nati nello stesso periodo per cui, in qualche modo, affrontano delle tematiche simili. L’ansia per le aspettative, uno dei tratti tipici dell’essere umano contemporaneo, la paura di non essere all’altezza, il modo in cui tutto questo influenza la nostra vita di tutti i giorni, relazioni con gli altri compresi… cose su cui noi per primi ci interroghiamo e riflettiamo continuamente e che, appunto, proviamo ad affrontare sia nel film che nella canzone, senza giudicare o proporre soluzioni per chi ascolta o guarda, ma provando a fornire due chiavi di lettura. Tra il serio e l’ironia (nel nostro caso anche auto-ironia)".

Di “La primavera della mia vita” è in uscita la colonna sonora del film, con 23 tracce inedite, con “Splash”, la canzone con Madame, un altro inedito “Il cuore è il malfattore” e lo score strumentale: alcune delle tracce sono  composte suonando davanti alle immagini “come si faceva una volta”, spiega Dimartino. “L’immaginario sonoro a cui ci siamo rifatti è quello della library music italiana degli anni ‘70: Fabio Frizzi, Riz Ortolani, Piero Piccioni e ovviamente il Morricone dei b-movies. Un universo musicale di cui siamo grandi ammiratori e che si sposava bene con le atmosfere del nostro film, tant’è che poi nel film oltre alla musica composta da noi siamo riusciti a inserire anche alcune composizioni tratte dal catalogo Cam e che fanno riferimento proprio a quegli anni, oltre un brano dei Flaming Lips a cui siamo molto legati - e non smetteremo mai di ringraziarli per averci concesso di utilizzarlo”. 

Il duo sta anche lavorando ad un nuovo album assieme: “Uscirà probabilmente dopo l’estate e poi andremo in tour. Noi veniamo dalla musica dal vivo e non riusciamo a stare troppo tempo lontani dal palco. Chiediamo ancora un po’ di pazienza a chi ascolta la nostra musica, stiamo lavorando per voi”.

 

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