Dai Gomez a D'Erasmo/Angelini: i Three Man Apart

I due musicisti italiani in tour con Ben Ottewell: il video del classico dei Gomez "78 stone wobble"

La musica è una questione di chimica, come un cocktail: diversi ingredienti che messi assieme funzionano in maniera diversa e la cui somma dà un risultato maggiore del valore delle singole parti. I Three Men Apart sono nati letteralmente come un cocktail: nel 2019 Ben Ottewell - uno dei leader dei Gomez, storica band inglese di "Bring it on" - venne a suonare a Germi, il locale milanese di Manuel Agnelli, Rodrigo D'Erasmo, Francesca Risi e Gianluca Segale. A fine serata si mise a fare cocktail dietro il bancone del bar e chiacchierando con D'Erasmo nacque l'idea di provare a fare musica assieme. 

Sono nati così i Three Men Apart, band che vede assieme Ottewell, D'Erasmo e Roberto "Bob" Angelini: un mini tour di 5 date che è terminato ieri sera a Germi, a Milano, dove tutto era cominciato. Un'ora mezza di concerto: in scaletta brani solisti di Ottewell (tra cui "A man apart", che ha dato il nome al trio), classici dei Gomez - band di cui si è un po' persa la memoria, ma che a fine anni '90 segnò il rock inglese mischiandolo con l'elettronica, meritandosi un Mercury Prize - e cover. Una spettacolare e delicata "China Doll" dei Grateful Dead, una intensa "Ain't no sunshine" di Bill Whiters, ma anche "Northern sky" di Nick Drake - dal repertorio del duo D'Erasmo Angelini, che per il tour dedicato a "Songs in a Conversation" sono in nomination ai Rockol Awards - assieme all'originale strumentale "White lies". Ma soprattutto tre musicisti che si divertono sul palco, con D'Erasmo al violino e basso acustico, Angelini alla slide e Ottewell a chitarre a voce.

Come ricorda Rodrigo D'Erasmo, "Ben venne a suonare da Germi poco dopo la sua apertura, con grande gioia mia, di Manuel, Francesca e Gianluca, tutti grandi fan della prima ora dei Gomez. Da allora siamo rimasti in contatto e quando Cesare Carugi, suo promoter per l'Italia, mi ha parlato di un suo ritorno qui da noi proponendomi una collaborazione, magari anche solo sul palco di Germi, ho subito rilanciato con l'idea di costruire un piccolo progetto speciale coinvolgendo anche Bob per poter contare sulla nostra intesa ormai super consolidata. Ci siamo quindi scritti e spediti idee e potenziali brani da preparare ma realmente incontrati per suonare solamente il giorno prima del debutto all'Angelo Mai di Roma".

"Ho incontrato Rodrigo per la prima volta al Germi di Milano quando ho suonato un mio concerto un paio di anni fa", ricorda Ottewell. "Abbiamo mixati dei cocktail dopo lo show, è andato tutto alla grande, e ci siamo chiesti se avremmo potuto fare lo stesso con la musica. L'idea è rimasta lì per un po', ma poi un paio di mesi fa Rod è tornato in contatto tramite Cesare alla PMA e ha rilanciato l'idea, di suonare alcuni spettacoli insieme a Roberto Angelini". Il chitarrista a sua volta spiega, "Poter accompagnare un artista del calibro di Ben Ottewell è sicuramente stata un’opportunità importante. Io ero e sono tutt’ora fan dei Gomez, quindi si può immaginare l’emozione provata da parte mia e di Rodrigo poco prima di partire per questo viaggio".

Il tutto si è concretizzato appena una settimana fa, il giorno prima della prima data del mini-tour: "Sono arrivato a Roma e abbiamo fatto un giorno di prove assieme: abbiamo capito tutti che avrebbe funzionato dopo circa 20 secondi che abbiamo iniziato a suonare assieme", racconta Ottewell. "Sia Rod che Bob suonano strumenti fretless che, in sostanza, è una cosa molto simile al canto in termini di intonazione e musicalità coinvolta. Quando suoniamo insieme alla mia voce, il violino di Rod e la slide di Bob è come se fossero tre voci. È davvero unico e personalmente mi sento molto privilegiato a suonare insieme a questi due grandi musicisti".

"Ciò che è accaduto poi è davvero pura magia. Un'intesa molto difficile da costruire in anni di musica insieme per cui davvero impronosticabile in poche ore di prove", continua Rodrigo. Da quella prima serata del trio, cco il video di "78 stone wobble", classico dei Gomez, dal loro capolavoro, il disco di debutto "Bring it on", vincitore del Mercury Prize nel 1998.

"Quando ci siamo incontrati per provare il giorno prima del concerto a Roma, la sintonia è nata sin da subito", conferma Angelini. "Ben, oltre che un grande artista, è un persona eccezionale e c’è stata subito intesa nel suonare tutti insieme. La sensibilità e il feeling poi si sono anche consolidati davanti a un buon piatto di spaghetti, accompagnati da un bicchiere di vino rosso. Quello che mi resta di questa grande esperienza è una considerazione: vedere come un linguaggio sviluppato nel tempo possa essere un linguaggio universale e che funziona grazie a un artista rilevante come Ben. La musica diventa quella del mondo e sapere di esserci ritrovati e piaciuti è sicuramente una grande soddisfazione".

"Abbiamo chiuso questo tour indimenticabile da Germi, a casa mia. Che però oltre ad essere chiaramente anche casa di Bob è ormai anche casa di Ben. Three men apart non finisce di certo stasera", conclude D'Erasmo.

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