Qualche giorno fa il cantante degli Status Quo Francis Rossi è stato ospite di Classic Album Review. Nel corso del suo intervento ha espresso la propria opinione su alcuni argomenti riguardanti, chiaramente, la musica. Tra le altre cose ha avuto modo di parlare dei Pink Floyd ricordando l'epoca in cui lavorò insieme a loro, affermando che il gruppo dal vivo puntava molto sullo spettacolo per porre in secondo piano un suono piuttosto noioso.
Nessuno può negare l'importante ruolo che ha rivestito la band inglese nella storia della musica rock, che si può a ragion veduta definire leggendaria, sin da quando, alla metà degli anni Sessanta fece il suo esordio sulla scena londinese. Ottenendo lusinghieri riconoscimenti già con il primo album "The Piper at the Gates of Dawn" (di cui oggi ricorre il 55esimo anniversario dalla sua uscita) e con i singoli "Arnold Layne" e "See Emily Play".
Oltre alla qualità delle loro composizioni la band, che all'epoca contava sul talento di Syd Barrett , colpiva l'immaginario del pubblico per le spettacolari esibizioni dal vivo. I Pink Floyd sono stati infatti tra i primi nel mondo del rock a sviluppare anche il lato visivo, oltre che musicale, di un concerto utilizzando giochi di luci, oggetti di scena ed effetti speciali.
Il 73enne Francis Rossi, che lavorò con i Pink Floyd, nell'intervista ha rivelato che avendo a che fare con lo scomparso Syd Barrett toccò con mano quanto fosse strano e particolare. Inoltre, secondo lui, qualcuno doveva avere spiegato ai componenti dei Pink Floyd che il loro suono era noioso. Così, ragionando sopra questa affermazione, il gruppo comprese che doveva studiare qualcosa per risultare speciale. Questa, ha detto Rossi, è probabilmente la motivazione prima per cui nacquero i loro incredibili giochi di luci. Il cantante degli Status Quo trovò questa soluzione e questa idea davvero molto intelligente.