Quando Victoria e Thomas dei Maneskin, presenti nel backstage del Rock in Roma, hanno fatto una foto con gli Idles, mai più avrebbero immaginato di scatenare un esercito di Capovilla pronti a insultarli o a ironizzare sullo scatto, sminuendo il quartetto romano. Il chitarrista e la bassista erano presenti al concerto del gruppo di Bristol all’Ippodromo delle Capannelle. Dal post live è sbucata una foto spontanea, con tutti i protagonisti abbracciati e sorridenti, che gli Idles hanno voluto pubblicare su Instagram senza mai più pensare a quello che si sarebbe scatenato di lì a poco.
Un bell'istante, un ponte fra mondi che, seppur differenti, sono in un momento d’oro. E invece di sognare una collaborazione capace di unire la vena brutale e focosa del gruppo britannico con lo stile più pop-rock di quello romano, oppure fregarsene e dimostrare disinteresse per la questione, una parte del pubblico italiano ha preferito sfogare frustrazioni e invidie, palesando un atteggiamento distruttivo nei confronti dei quattro ragazzi che stanno piantando la bandiera tricolore in tutto il mondo. Dal canto loro gli Idles oggi sono una delle band più potenti e viscerali in circolazione, ma già da anni il quartetto romano, ancora prima del successo internazionale dopo la vittoria all’Eurovision, li metteva fra i propri punti di riferimento, non tanto per la musica in sé, ma per la loro energia trascinante.
Sulla questione degli insulti da parte di alcuni commentatori, che hanno preso d’assalto anche diverse bacheche di media che hanno pubblicato la foto "incriminata", e di quanto la scena rock talvolta si dimostri reazionaria e con i paraocchi, ha scritto un bel post su Facebook, l’unico social dove ancora paradossalmente si riesce a discutere, anche Emiliano Colasanti, fondatore dell'etichetta 42Records: “Una volta essere appassionato di certe cose voleva dire essere libero, guardare al futuro, essere curioso, adesso invece immagino tutti noi - anche me - come una specie di Suor Germana indie che alza il ditino e puntualizza. Che palle!”. Il collega Luca De Gennaro ha commentato: “Successe in miniatura quando The Kolors (all’apice della popolarità teen) andarono a vedere a Milano The 1975 di cui erano fan e stessa cosa, incontro, foto, gente che criticava. Ma a un certo punto, sticazzi sempre”. Come dargli torto. I farisei del rock, come li chiama Manuel Agnelli, quegli oscurantisti impossibili da placare, però non perdono occasione per spuntare. “Continuiamo così. Facciamoci del male”, per citare Nanni Moretti.