L'annuncio di "Earthling" era inaspettato: un album solista di Eddie Vedder, a poca distanza dalla colonna sonora di "Flag day" con Cat Power e Glen Hansard e con i Pearl Jam che devono ancora portare in tour "Gigaton"? Ancora maggior sorpresa vedere i nomi coinvolti, a partire dal produttore Andrew Watt, uno che ha lavorato com Ozzy Osbourne ed Elton John ma anche con nomi lontani dal suo mondo come Miley Cyrus, 5 Seconds of Summer. Watt co-firma tutte le canzoni con la band: Josh Klinghoffer (ex chitarrista dei Peppers) e Chad Smith (che nei Peppers c'è ancora).
Ma semplicemente è successo: "Bono mi disse che fare un disco è come lanciare un cavallo in gara per vincere. Gli risposi che per me è cavalcare per lasciare correre libero il cavallo", ha raccontato Vedder in una bella intervista al New York Times.
"Earthling" esce oggi, venerdì 11 febbraio: non è un disco a tema come "Into the wild" e "Ukulele song". È un album classico, in cui Vedder unisce diverse anime e lascia correre la sua nuova band, senza voler raggiungere una meta preceiso: si spazia dall'acustico al rock, passando per il punk. Talvolta la mano di Watt si sente (un po' troppo?), altre meno: rimane la voce pazzesca di Vedder e la sua capacità di creare linee melodiche uniche.
Ve lo raccontiamo canzone per canzone - ci torneremo nei prossimi giorni con una recensione e un approfindimento sulla carriera solista di Eddie Vedder
Invincible
“Can you hear Are we clear for take off? Take off!” La scaletta di “Earthling” è costruita come quella di un concerto, spiega Eddie Vedder: qua accoglie l’ascoltatore in maniera confidenziale con un’intro più declamata che cantata, come se stesse arringando il pubblico. Ma se i Pearl Jam spesso iniziano i loro show con brani lenti, qua Eddie parte con un brano incalzante, potente, con un crescendo motivazionale: “Now there’s smoke on the horizon/And the clouds are looking violent”, canta Vedder, ma siamo invincibili quando do amiamo. Una linea melodica perfetta, una chitarra acustica alla R.E.M. in sottofondo. Ma si aggiungono dettagli sonori diversi: una batteria più “pestata” rispetto ai PJ, un bridge con un’elettrica che sembra più dei Cure. Insomma: le sfumature rendono tutto diverso: si sente la mano del produttore Andrew Watt.
Power of Right
Un riffone di chitarra distorta quasi punk, una melodia decisamente più aggressiva, che ricorda i brani più tirati dei PJ. ma anche qua sono i dettagli a fare le differenza: la batteria di Chad Smith è sempre molto presente, le doppie voci sono effettate: “Fuck the past, or you’ll fuck your future”, canta Vedder
Long Way
La forza di Tom Petty scorre potente in questo brano: classic rock al suo meglio, con più di un riferimento a quello che è, a tutti gli effetti, uno dei maestri di Vedder. Quel “He took the long way n the freeway” con la “e” allungata non può non far venire alla mente “Free fallin’”, così come le chitarre (e c’è Benmont Tench degli Heartbreakers alle tastiere…). La produzione è decisamente più classica e pulita. Un gran pezzo, rock ma diverso da quello a cui Vedder e i PJ ci hanno abituati.
Brother the Cloud
Una canzone dalle diverse anime, che parte lenta, accelera come un classico dei Pearl Jam e ha un inciso alla Talking Heads (un po’ come “Dance of the Clairvoyants”). Un’altra linea melodica e performance vocale memorabile. Poi c’è il tema: “I had… a brother…
"But now my brother is gone” Il pensiero corre a Chris Cornell. Vedder non conferma e non smentisce: “Preferirei lasciarlo l’interpretazione generale. Il tema generale che posso dire è che parla di qualcuno che lascia questo pianeta. potrebbe succedere per caso, per intenzione, una tragedia o tutte queste cose assieme”, ha spiegato al New York Times.
Fall Out Today
Un altro midtempo basato su un giro di chitarra acustico, su cui inseriscono un piano e un assolo anche questo molto classic rock. Una canzone molto tradizionale nell’impianto sonoro e melodica: “For the fallout today was just a test of strength/Oh don’t feel this alone or carry it on your own/Don’t make light of the weight/You’ll fortify it’s chains/Never beg for forgiveness/ It’s a gift to share and shake the pain”
The Dark
Batteria molto presente e riverberata, un riff di chitarra elettrica: torna il suono un po’ più prodotto delle prime tracce del disco, in maniera meno convincente, forse: tutti abbiamo bisogno di redenzione per uscire dal buio, canta Vedder. “I’ll find you in the dark/Let me lift… lift you out of the dark”
The Haves
un brano acustico e minimale, il più lungo del disco: il secondo singolo, già lo si conosce. “We want what we need/we need what’s above/we’re always reaching/for something above/but we’ve got enough"
Good and Evil
Qua si torna al punk e alle chitarre distorte, in un brano che ricorda i PJ più arrabbiati (ma con la batteria più pestata: Chad Smith sempre molto presente). “Oh when you look in the mirror, oh tell me what do you see?/ An older woman showering in victims blood or have yourself you deceived?”
Rose of Jericho
Altra canzone con un riff quasi punk, molto diretta un po’ più melodica nella parte centrale, con un bel ritornello: “The winds they blow Spread the seeds, the rose of Jericho/Forests fall By hands of man like dominoes”
Try (Con Stevie Wonder)
Stevie Wonder punk? Ebbene sì. Ci si avvicina alla fine del disco, e come nei concerti arrivano gli ospiti. Olivia Vedder conta l’attacco del brano e l’armonica del gigante fa da controcanto al veloce riff della chitarra, nonché un paio di assoli. Un accostamento spiazzante e divertente.
Picture (con Elton John)
Altra canzone con ospite: un piano rock con Elton John, che rende il favore a Vedder, ospite di “The lockdown sessions”. EJ co-firma e canta il brano, oltre che suonare: il brano è più suo che di Eddie Vedder (e decisamente meglio del trascurabile duetto di qualche mese fa).
Mrs. Mills (Con Ringo Starr)
Una canzone beatlesiana i tutti i sensi, a partire dalla presenza di Ringo Starr alla batteria e dall’arrangiamento dei fiati. Ma anche per il tema, un’ode alla pianista Gladys Mills, che suonava come session woman ad Abbey Road negli anni ’60 e ’70, oltre che come solista: “Mrs. Mills waits in the dark for the red light to go on/And the curtains will be drawn/So none could see/All the townsfolk they don’t know/What the men do down below/In the shadows of a disco neon glow”. Il suo nome è diventato quello di un piano verticale Steinwway, quello conservato ad Abbey Road.
On My Way
Eddie duetta con Edward Severson Jr., il suo padre biologico che non ha praticamente mai conosciuto, attraverso l’uso di un frammento vocale recuperato da un suo amico: “I’ll be on my way…” canta Severson, mentre Vedder ricanta qualche frase di “Long way” e “Invincible”.