Yusuf/Cat Stevens, allora solo Cat Stevens, nel 1971 pubblicava “Teaser and the Firecat” (leggi qui il nostro approfondimento a 50 anni dall'uscita), uno dei dischi simbolo della sua carriera. Una carriera che, toccato l’apice del successo, con la conversione all’Islam poi si sarebbe interrotta sette anni dopo. Il cantautore britannico, 73 anni, celebra quel disco con una riedizione e ha deciso di raccontarsi in un’intervista al Corriere della Sera a cui ha raccontato:
È sempre una festa riguardare il proprio lavoro, specie una pietra miliare come è stato per me “Teaser and the Firecat”. Iniziava il periodo dei cantautori e avevo davanti una nuova onda di ispirazione. Se le mie canzoni hanno superato la prova del tempo è perché trattano temi che tutti dobbiamo affrontare: che sia l’amore, la spiritualità o l’ecologia, sono sempre valide.
Poi prosegue:
Se penso a “Peace Train” direi che il treno non ha ancora lasciato la stazione. Vivere con gli altri è sempre una sfida. La domanda è: chi ha fallito? Non credo che noi abbiamo tradito i nostri ideali né abbassato le aspettative. Ma ci sono questioni pratiche e la politica purtroppo si mette nel mezzo delle aspirazioni.
Conclude con un accenno ai progetti futuri:
Ho tanti progetti qui nella mia bolla. Certo, una bolla assolata. A Dubai ho una vita semplice, in famiglia. Sono circondato dai nipotini e ho una piccola piscina in cui nuoto ogni giorno. Mi sento creativo, sto finendo un disco e un libro. Anche con Facebook e Instagram c’è da fare.