Il 22 ottobre del 1990 i Pearl Jam si facevano chiamare ancora Mookie Blaylock, come un giocatore di pallacanestro dell'epoca. Si dice che "Ten", uscito l'anno dopo, debba il titolo al suo numero di maglia. Quella sera la band di Seattle tenne il primo concerto.
Trenta anni dopo, hanno festeggiato l'anniversario con due uscite: la pubblicazione dell'MTV Unplugged del 1992 (disponibile solo in DVD) e questo concerto in streaming, il secondo dopo quello di settembre. Come il precedente, è un webcast in differita, acquistabile su Nugs.net fino a stasera (25 ottobre) a 15 dollari. E anche questa volta si tratta di un concerto speciale: il 29 aprile 2016 a Philadelphia. Fu una delle rare volte in cui la band suonò per intero "Ten".
Nel 2016 la fece sold-out in città per la decima volta - fu quella la motivazione della performance. Uno dei momenti più belli del video è quando Eddie Vedder imita Bruce Springsteen, che di sold-out a Philadelphia ne ha fatti ben 56, come testimoniato da uno stendardo appeso al Wells Fargo Center. "Ne avete ancora di strada da fare, ragazzi. Ci vediamo tra vent'anni", dice Vedder con la voce del Boss.
Ma il vero motivo di interesse di questo video è la performance intera di "Ten". La band raramente ha suonato dischi interi dal vivo, e sempre a sorpresa: fece una volta "Ten" nel 1992, poi per 14 anni niente. La volta dopo successe in Italia, a Torino, nel 2006: la band suonò "Avocado", che stava portando in tour. Nel 2014 la band ha suonato "No code" e "Yield" e poi nel 2016 "Binaural, "Ten" e "Vs". Vi basta vedere qua le prime due canzoni, "Once" e "Even flow" (con uno stupendo assolo di McCready) per capire perché vale la pena.
In realtà vale la pena tutto lo show: 32 canzoni e quasi 3 ore di concerto, con un'altra sezione da brividi, la prima dei bis: prima la rara "Bee Girl" suonata solo da Vedder e Ament, quindi "Just Breathe", sempre acustica, un'intensa versione di "All or None" che si sposa perfettamente con la cover di "Comfortably Numb" dei Pink Floyd.
Dal punto di vista video, il concerto è meglio di quello di settembre: la regia è sempre di Blue Leach (già con R.E.M. e Depeche Mode), che questa volta evita il bianco e nero e sceglie uno stile più lineare e pulito.
Non è un concerto in streaming nel senso stretto del termine: non è stato trasmesso in diretta, ed è già stato diffuso in versione audio (anche se ora le canzoni sono state remixate da Josh Evans, il produttore di "Gigaton"). Per il concerto di settembre qualche fan si era lamentato, chiedendosi perché si debba pagare per un webcast del genere: siamo inondati di video dal vivo, e durante la pandemia diverse band hanno diffuso concerti interi gratuitamente. La risposta è nella qualità e nell'eccezionalità: si tratta di una produzione di alto livello e di un concerto a suo modo unico. Ogni tanto anche i fan tendono a dare per scontato che la musica non costi nulla. Invece dietro produzioni come queste c'è un gran lavoro e sono un modo diverso per diffondere musica in una fase in cui i concerti "reali" sono fermi.
Detto questo: se siete fan dei Pearl Jam, 15 dollari sono un prezzo più che accettabile per un contenuto di alta qualità come questo.