Il movimento Black Lives Matter, le cui rivendicazioni in queste settimane stanno trovando il sostegno di molti anche nel mondo della musica, ha finito per comparire anche sul merchandising ufficiale dei Black Sabbath, che al gruppo di attivisti ha dedicato le sue magliette proponendo il nome del movimento nella grafica dell’iconica band heavy metal. Ed è proprio ai disobbedienti che si rifanno alle istanze del Black Power che saranno devoluti i proventi della vendita delle magliette. Fa notare il magazine statunitense con sede a Chicago Consequence of Sound che la maggior parte dei commenti spuntati sui social a proposito dell’iniziativa del gruppo di Ozzy Osbourne sono per lo più positivi, con alcuni fan che fanno notare le istanze politico-sociali presenti in alcuni brani del gruppo, come “War Pigs” e “Wicked World”, a riprova di quella che dal loro punto di vista è una semplice conferma delle posizioni già assunte in passato dai Black Sabbath. La stessa maglietta era tra l’altro indossata anche dal chitarrista dei Rage Against the Machine Tom Morello in una foto diffusa dal musicista nelle scorse settimane che lo ritraeva insieme a sua madre.
Sulla stessa linea l’intervento di Pharrell Williams, il quale ha proposto al governatore della Virginia Ralph Northam di rendere festa nazionale il 19 giugno, giorno che celebra la fine della schiavitù negli Stati Uniti in riferimento al giorno, noto come Juneteenth, in cui, nel 1865, le truppe federali imposero con la forza il proclama di emancipazione di Lincoln negli Stati che nonostante il provvedimento ancora non avevano conferito la libertà ai loro schiavi. Ebbene, l’idea del cantante e produttore, originario della Virginia, è stata accolta ed è stato lo stesso governatore ad annunciare l’ufficializzazione del progetto e che ora dovrebbe passare dalle istituzioni federali. “Questo è un momento molto speciale, molto speciale”, ha dichiarato Pharrell Williams nel suo discorso al fianco del governatore Ralph Northam, proseguendo:
Da questo momento in poi, quando guardi in alto, guardi la vastità del cielo notturno e vedi quelle stelle che si muovono lassù sappi che quelle stelle sono i nostri antenati africani che danzano. Ballano in festa perché le loro vite vengono finalmente riconosciute. E non posso dirlo troppe volte qui oggi, una vacanza pagata. Non è il punto d’arrivo. È solo l'inizio. Le loro vite contano. La vita dei loro discendenti conta. Le vite nere contano agli occhi del Commonwealth.