Musicalmente la canzone è composta da tanti strati di percussioni, dagli shaker ai bonghi e i timbales, e da un ritmo portante con rimshot di rullante. Mickey Gallagher ha un notevole rilevo e ottiene perfino un riconoscimento, con Strummer che osserva: “l’organo suona.” Joe canta il pittoresco e fantasioso testo giamaicano con un po’ di accento reggae inserendo qualche parola sua: un riferimento della rivolta al Rainbow nel maggio 1977 col verso “tutti distruggano i sedili”, dichiarando che reggae e punk
sono rivoluzionari. Alla fine, Joe fa vocalizzi e improvvisa, annunciando che El Clash Combo si può ingaggiare per “quindici dollari al giorno, matrimoni, feste, qualsiasi cosa.” La natura carnevalesca della traccia fa di “Revolution Rock” un pezzo fortissimo dal vivo fino al 1981.
Domani scriveremo di “Train in vain”.
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I testi sono tratti dal libro di Martin Popoff “The Clash. Tutti gli album – Tutte le canzoni”, pubblicato da Il Castello, per gentile concessione dell’editore; al libro rimandiamo per la versione integrale dei testi di presentazione delle canzoni di “London calling” e di tutti gli altri album dei Clash.