Arcade Fire, cover dei Rolling Stones dal vivo con Mavis Staples - VIDEO

E' stato, probabilmente, uno dei picchi mai raggiunti dagli Arcade Fire nell'excursus tra il repertorio altrui che ha caratterizzato il tour in supporto a "Reflektor": dopo aver invitato sul palco - tra gli altri - Ian McCulloch a Londra e Marky Ramone a Brooklyn, la band canadese, in occasione della loro seconda tappa a Chicago, ha scelto di ospitare sul palco per un duetto una vera e propria leggenda vivente del soul.

Al fianco del gruppo, infatti, è apparsa Mavis Staples, già elemento delle Staple Singers nata settantacinque anni fa proprio nella windy city: insieme a Win Butler e compagni la voce di "Only for the lonely" ha intonato uno dei suoi più grandi successi, lo spiritual tradizionale "This may be the last time", per poi passare a "The last time" dei Rolling Stones.


Pubblicata nel Regno Unito nel 1965 come singolo - come, per lato b, "Play with fire" - "The last time", per stessa ammissione di Keith Richards, fu scritta riadattando proprio "This may be the last time", che le Staple Singers pubblicarono esattamente dieci anni prima, nel 1955. La stessa "The last time" - o, meglio, un sample estratto da una versione orchestrale dello stesso registrata dalla Andrew Oldham Orchestra nel 1965 - fu poi utilizzato dai Verve per quello che ancora oggi rimane uno dei loro brani più conosciuti, "Bitter sweet symphony": la citazione da parte da parte della formazione di Richard Ashcroft non sfuggì, invece, a un ex manager di Jagger e soci, Allen Klein, detentore dei diritti d'autore sulla produzione della band antecedente al 1970. Giunta in tribunale, la disputa fu risolta da una sentenza che che impose l'ufficiale riconoscimento degli stessi Jagger e Richards nei crediti della composizione, oltre che la ripartizione dei diritti d'autore.
Vuoi leggere di più su Arcade Fire?

rockol.it

Rockol.com s.r.l. - P.IVA: 12954150152
© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Privacy policy

Rock Online Italia è una testata registrata presso il Tribunale di Milano: Aut. n° 33 del 22 gennaio 1996