Leggende rock: Neil Young usò 200.000 copie di 'Comes a time' per un capanno

Il cantautore canadese fornisce la sua versione su una delle tante storie che popolano il mondo del rock.

La passione di Neil Young per il suono e la qualità audio delle incisioni non è certo una novità - e il lancio del suo Pono è solo l'ultima espressione di questo suo pallino.
Ma a corroborare ulteriormente il tutto c'è anche un episodio che da anni circola tra gli appassionati di leggende rock, e di cui solo ora Neil ha fornito la propria versione - sperabilmente quella corretta, visto che arriva dal diretto interessato.

In pratica da tempo si dice che Young, nel 1978, abbia ritirato dal mercato 200.000 copie del suo album "Comes a time", appena uscito. Il motivo era che la qualità audio della versione stampata dalla casa discografica era tragicamente insoddisfacente per il cantautore: fu così che Young decise di comprare, di tasca propria, tutto lo stock di album nel frattempo già in viaggio verso i negozi di dischi, per poi farne uscire una versione riveduta e corretta.
La leggenda, però, diventa intrigante in quanto narra che Neil abbia ammucchiato gli scatoloni con i dischi rifiutati nel suo giardino, per utilizzarli come bersaglio per i suoi momenti di svago con il fucile.

In occasione del lancio di Pono, Young ha parlato con un inviato di Rolling Stone USA, che gli ha chiesto conto di questo episodio. "Oh, sì è successo per via di un errore nel mastering. I nastri si erano danneggiati, probabilmente durante i controlli in aeroporto [si riferisce probabilmente ai raggi x dei controlli di sicurezza che potrebbero avere danneggiato le bobine - ndr]", o qualcosa del genere. Ho dovuto ripiegare poi su una copia del master. Era solo una copia, ma suonava meglio dell'originale".
Ma ha davvero sparato ai dischi fallati? "No, no", ha risposto Neil. "Li ho usati per fare un capanno. Ci ho fatto delle tegole per il tetto".

 

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