Sul palco dell’Auditorium di Radio Popolare, sede della conferenza stampa di presentazione dell’evento, Agnelli si circonda anche stavolta di una folta rappresentanza degli artisti che è riuscito a coinvolgere nell’happening, tanto per dimostrare che lo schieramento è davvero trasversale e motivato da unità di intenti. Ed ecco dunque Cristina Donà e Cesare Malfatti dei La Crus, e poi Madaski accanto a Paolo Archetti Maestri degli Yo Yo Mundi e Luca Morino in rappresentanza della sua nuova creatura Animal Minimal, senza contare i giovani rampolli come Verdena e Linea 77.
Una bella concentrazione di talenti della nuova e (ormai) vecchia guardia, insomma: ma nella saletta dell’Auditorium non circolano soltanto buone vibrazioni. Agnelli fa capire che se nessuno raccoglierà i segnali che lui e i suoi colleghi stanno cercando di mandare, prima o poi potrebbe stufarsi e decidere di tirare indietro la mano. “Trovare gli sponsor è stata una faticaccia e andare avanti con due lire è un bel problema. Per questo ringrazio sentitamente gli artisti che hanno accettato di partecipare al minimo di rimborso spese: sapendo per esperienza che è coi concerti che ci si guadagna da vivere, ho molto apprezzato il loro sforzo. Certo che sarebbe diverso, se potessimo garantire a ciascuno un ingaggio a 15 mila euro….”
Intanto, però, il festival si fa eccome: sei date a partire da Nizza Monferrato, roccaforte della Mescal (il “supporter” numero uno dell’evento), il 21 e 22 giugno, per proseguire il 6, 13 e 22 luglio a Catania, Padova e Pontassieve (Firenze) e chiudere il 6 settembre a Cagliari (i primi due appuntamenti sono gratuiti, gli altri a prezzi contenuti, in ogni caso, tra i 7 e il 10 €). Un vero e proprio mini-tour nazionale, isole comprese, dunque: “Ed è una grossa soddisfazione arrivare in luoghi poco frequentati dalla musica rock come la Sicilia e la Sardegna”, conferma Agnelli. “L’anno scorso avevamo puntato su città di richiamo turistico e sulla capacità di attrazione di alcuni gruppi molto popolari per lanciare la manifestazione e far parlare un po’ di noi. Quest’anno ci siamo permessi il lusso di correggere la rotta: gli headliner sono scesi da sei a tre e abbiamo scelto le location anche in funzione della volontà di creare un festival che si faccia apprezzare per l’atmosfera e le occasioni di divertimento che genera, non solo per la musica” (a Nizza Monferrato, per esempio, sarà la Regione Piemonte a contornare il palco con un vero e proprio “village” dedicato al divertimento dei giovani fan: il Barbera, assicurano gli organizzatori, scorrerà a fiumi). Sui palchi itineranti del Tora! Tora!, oltre a quelli già citati, si alterneranno nomi come Subsonica, Morgan dei Bluvertigo, Max Gazzé, Meganoidi, Shandon e Julie’s Haircut accanto a “new sensation” come Bugo (ben 39 gli artisti in cartellone, tra gruppi e solisti). A “coprire” mediaticamente l’evento, le telecamere di MTV e di My-tv, le frequenze di Popolare Network e i reportage del mensile Tutto Musica.
Ci sarà ancora una compilation (doppia e a prezzo speciale), ma di inediti o chicche particolari non se ne parla neanche stavolta: “Figuriamoci”, replica Agnelli, “ci sono di mezzo le case discografiche e questioni complicate di permessi: e all’industria, di una manifestazione come il Tora! Tora!, non frega proprio nulla”.
Parte da qui, e da considerazioni assortite sulla svogliatezza dei media e la loro incapacità di cogliere lo spirito dell’iniziativa (“un festival creato e autogestito dagli artisti, per promuovere un modo diverso di fare musica”), un torrenziale ping-pong dialettico tra musicisti e addetti ai lavori. “I quotidiani e la TV generalista non ci considerano”, dice Agnelli. “Il nostro pubblico non li segue comunque? Appunto, a loro ci siamo già arrivati e quel che vogliamo è raggiungere persone che ancora non ci conoscono”. E che non sono, ahimè, quelle che si parlano addosso nel corso del dibattito fiume che tracima ben oltre i tempi canonici della conferenza stampa.