In studio e dal vivo, nell’ampio spazio che lasciano all’improvvisazione e nella costruzione geometrica dei suoni, è evidente la matrice crimsoniana della loro ispirazione (sul palco propongono anche classici come “Red”). “Ma non è una scelta deliberata”, precisa Mastelotto, “e poi nei Crimson io e Tony abbiamo sembre contribuito al processo creativo. Quando vai in studio a registrare trovi quasi sempre una batteria elettronica che ti dà la traccia ritmica, un click da seguire in cuffia, istruzioni precise sul tipo di ritmo voluto dall’artista e dal produttore. Con Robert Fripp questo non succede, lui non ti dà alcuna indicazione. Cominci a suonare e lo guardi in faccia. Se è corrucciato, cambi ritmo; se sorride, prosegui per quella strada”. “Il disco già uscito, ‘Stick man’, si basa molto sull’improvvisazione”, conferma Levin. “Quello nuovo che stiamo registrando ora, e che già proponiamo in parte dal vivo, si fonda molto sulla composizione. Alcuni dei pezzi che facciamo in concerto, come ‘Shadow drums’, hanno una struttura ma anche molto spazio concesso alla libertà improvvisativa”.
Turnisti di lusso impegnati in mille progetti paralleli, Tony e Pat sembrano nondimeno tenere molto a questa avventura parallela. “Per me questo gruppo è una priorità assoluta” sottolinea Levin, fresco reduce da un tour in Centro e Sud America con Peter Gabriel. “E volevo essere sicuro di avere del tempo a disposizione per fare dei concerti, perché suonare dal vivo è la cosa che ci diverte di più. Mi sono informato sui programmi di Peter e di Fripp e ho verificato che l’agenda mi permetteva di farlo. Così ci siamo messi in viaggio: saremo in Europa fino alla fine di maggio e in giugno andremo negli Stati Uniti. In ottobre e novembre forse torneremo da queste parti, e poi in Scandinavia e Sud America a chiudere l’anno”. “Sono come uno squalo che per sopravvivere deve nuotare senza sosta. A me succede lo stesso con la musica”, sorride Mastelotto. “ Dieci anni fa ti chiamavano al telefono per un tour e stavi in giro per sei mesi, oggi con la crisi economica questo non succede più. Così me ne sto spesso nel mio studio di casa invitando e accogliendo i musicisti più disparati: in questo modo i progetti proliferano”. In Italia, le prime date del tour hanno avuto riscontri incoraggianti. “Come tutti i musicisti non amo le etichette”, dice Levin, “ma se volete definiteci pure progressive rock: un genere che da voi ha sempre goduto di particolari favori. Quando veniamo in tour con Gabriel c’è sempre un’atmosfera speciale, legata al fatto che furono proprio gli italiani i primi ad accogliere con entusiasmo i Genesis”. “Fripp, invece, è sempre un po’ intimorito dal vostro atteggiamento passionale”, interviene Mastelotto. “Lui si trova più a suo agio con il pubblico giapponese, disciplinato e composto”. A proposito: programmi in vista con i Crimson? “Nessuno, che io sappia”, risponde Levin. E con Gabriel? “Neanche, è molto tempo che non entro in uno studio con lui”.