Adriano Celentano ha recentemente ricordato al nipote Bruno Perini che non ha i titoli per definirsi “il suo biografo”. Sergio Cotti non è nipote né parente di Celentano, ma ne conosce bene la vita, le opere e i miracoli: In questa riedizione aggiornata di un suo libro uscito dieci anni fa per Editori Riuniti, il giornalista e ristoratore mette in fila l’intera, e sterminata, discografia del cantante milanese, aggiornandola fino al 2016.
Ogni disco è raccontato e spiegato, fortunatamente senza eccessi da fan, anzi con una obbiettività che aiuta a ripercorrere gli alti e i bassi della produzione di canzoni del protagonista del libro. Naturalmente Cotti non lascia da parte il Celentano attore e il Celentano personaggio televisivo, e il suo lavoro è preciso e puntiglioso, così da costituire anche un’utile guida all’ascolto dei dischi.
Due soli appunti: a pagina 136, dimentica – nella revisione – di aggiornare una frase: “Si può dire che un Celentano live lo si è visto solo tre volte, nel 1977, nel 1979 e nel 1994” – tralasciando di aggiungere i due concerti all’Arena del 2012 (dei quali, peraltro, scrive poche righe sopra). Il secondo, invece, è un po’ più grave: a pagina 86, a proposito di “Storia d’amore”, scrive di “un assolo finale di violino davvero da brividi”. Ma non era la fisarmonica di Mario Battaini?
Franco Zanetti