Questo volume autobiografico vorrebbe essere la storia della vita di Di’Anno raccontata da Di’Anno. E qui si annidano, al contempo, il punto di forza del libro e la sua più grande debolezza. La forza di “La bestia” sta nell’esuberanza, la sbruffoneria portata a livelli di eccellenza, la continua reiterazione di una mitologia rock’n’roll fatta di montagne di coca, ettolitri di Jack Daniel’s e overdose di sesso. Sempre e comunque, in ogni situazione, in ottemperanza a un imperativo categorico per cui il troppo non è mai troppo. E in effetti gli aneddoti divertenti non mancano.
Ma proprio qui casca – visto che siamo in tema di “bestie” – il proverbiale asino. Perché fondamentalmente Di’Anno gestisce il suo racconto in maniera piuttosto grezza, seguendo uno schema che più o meno si può riassumere così: in ogni pagina devono esserci almeno un paio di risse, un paio di avventure sessuali e la menzione del fatto che lui si è sposato innumerevoli volte mandando tutto a puttane; un paio di sbronze da primato, almeno un accenno ad armi tipo pistole, coltelli o anche solo bottiglie rotte utilizzate per menar colpi; poi, come minimo, un paio di sottolineature del fatto che Di’Anno ha sempre avuto un sacco di soldi (e le mani bucate) e – per finire – la reiterazione del concetto per cui la sua musica è eccezionale e le sue band post Iron Maiden sono tutte state sul punto di diventare “il gruppo heavy metal più importante del mondo”.
Insomma, il quadro è chiaro. Abbiamo tutti il classico amico contapalle, simpaticissimo e caro, che spara cavolate sempre più grosse, alza di continuo l’asticella del misuratore di balle per sentirsi al centro dell’attenzione. E Paul è uno dei massimi esponenti viventi di questa categoria, alla luce del suo libro. Dopo la prima ventina di pagine i confini fra “tavanata galattica” (tanto per citare un Ezio Greggio vintage) e realtà – o semplice memoria – diventa labilissimo. E verso metà libro tutto diviene molto ripetitivo.
Difetta, poi, un vero sguardo musicale approfondito – come se il rock fosse solo un orpello, un di più, qualcosa di scontato nella vita di Di’Anno, professione bevitore, scopatore, sniffatore di coca, picchiatore e divorziatore. E questa è forse la mancanza più grave di questa storia. Di Paul ci interessano gli exploit da animale fino a un certo punto... in realtà vorremmo leggere di più degli Iron e delle sue band posteriori: argomenti soffocati in un turbine di polveri, groupie compiacenti, bevute da gigante e risse insensate. Tutto divertente, ma trascinato per quasi 250 pagine arriva presto ad annoiare.
(Andrea Valentini)