Accomunati dal fatto di esser morti, e da poco altro: qualcuno giovane e al colmo della fama, altri meno giovani ma quasi dimenticati, un altro anziano ma dopo una lunga eclissi. Allora, cosa tiene insieme il progetto del volume? Essenzialmente, direi, il fatto che scrivendolo Enzo Gentile non solo ha, e meritoriamente, ripercorso le parabole professionali di Fred Buscaglione, Piero Ciampi, Sergio Endrigo, Nino Ferrer e Herbert Pagani; ma lo ha fatto vendicandosi del mestiere di giornalista che spesso ci costringe a un lessico e a una sintassi veloci e stringati, quando non essenziali, e scegliendo un bello stile che rende la lettura davvero piacevole.
Che i contenuti siano ineccepibili, ça va sans dire – Gentile è competente, preparato, e ha compulsato gli archivi. Poi, certo, ma era inevitabile (come da esergo), aleggia un sentore di agiografia – “Gli eroi son tutti giovani e belli”, no? – ma non si scivola nel santino, e si chiude il libro anche con la voglia di saperne di più, di questi cinque artisti della canzone. E magari di andare ad ascoltare qualcosa di loro.
Franco Zanetti