Hanson - THE ROAD TO ALBERTANE - la recensione
Recensione del 19 dic 1998
La strada per Albertane (località immaginaria citata in una canzone del gruppo) è lunga 36 concerti, 25mila miglia in pullman e in aereo e ha permesso ai tre fratelli Hanson, Isaac, Taylor e Zachary, di esibirsi di fronte a più di mezzo milione di persone. Da Boston a Toronto, da Denver a San Francisco e poi fino a Parigi, ecco l’operatore seguire passo passo il tour dei tre fratellini dell’Oklahoma, documentandone curiosità, passatempi e soprattutto i concerti. E qui arriva l’unico punto dolente di questo onesto homevideo, visto che la qualità delle riprese live non è propriamente eccellete. Un montaggio veloce e a tratti dissennato non copre le magagne di una regia evidentemente decisa a posteriori, quando cioè si è deciso di dare un seguito visivo all’album e di conseguenza assemblare insieme tutte le immagini girate fino a quel momento. Il livello di "The road to Albertane" è quello di un video girato da amatori, un po’ per scelta (soprattutto nei backstage) un po’ per necessità (il discorso vale per le riprese dal vivo). Ciò non toglie nulla comunque all’efficacia d’impatto del gruppo, che vediamo esibirsi di fronte a folle oceaniche e soprattutto entusiaste. Musicalmente gli Hanson - e questo homevideo lo evidenzia con ancora più completezza - seguono la strada del soul bianco tracciata da maestri come Steve Winwood, del quale riprendono in apertura il classico "Gimme some lovin’": il loro concerto mette in luce questo tipo di direzione, mescolata ad un po’ di rock sanamente americano come quello degli Eagles e a qualche strizzatina d’occhio molto pop. Il risultato comunque è più che decoroso tanto nei brani originali che nelle cover ("Good lovin’"), e alla fine il concerto trascorre fluido senza clamorosi momenti di calo. 15 i brani in scaletta, comprese le immancabili "Where’s the love" e "MMMBop".