Terry Burrows - BEATLES - la recensione

Recensione del 22 mar 2012 a cura di Franco Zanetti

Voto 6/10
Bisognerebbe provare a considerare questo libro essenzialmente come una raccolta di fotografie arricchita da riproduzioni di vario materiale (poster, biglietti, locandine, cartoline, programmi di concerti). E in questo ambito è una delizia, e non è nemmeno caro. Poi, però, il libro in qualche maniera pretende di essere anche una biografia dei Beatles e, come se non bastasse, una sorta di bigino su tutte le canzoni del gruppo. E qui, purtroppo, perde buona parte del suo interesse, almeno per il fan con qualche competenza. Leggendo la sezione biografica, ci si accorge che il taglio aneddotico prevale su quello storico; può incuriosire il neofita, ma certo non aggiunge nulla a quanto già si sa da gran tempo. Né le schedine delle canzoni risultano particolarmente utili, giacché si limitano a fornire qualche informazione o curiosità ma senza risultare una “guida all’ascolto” per chi si avvicini per la prima volta al repertorio beatlesiano (oltretutto sembrano riassunte, e anche malamente, dal libro “A hard day’s write” di Steve Turner).

Fortunatamente i due anni trascorsi dall’uscita della prima edizione hanno permesso di correggere delle tòpiche del libro originale (il contratto di Bruno Koschmider era riferito, dalla didascalia, a concerti a Berlino anziché ad Amburgo; a George Martin era attribuito un intervento di chitarra anziché di pianoforte in “Money”; “Love you to” riprende il suo titolo corretto, che era stato stravolto in “Love to you”).
C’è però un serio problema di traduzione italiana. Il nome di chi l’ha curata non è indicato, o non l’ho visto; certo è che non si tratta di una persona competente. Anche aprendo a caso, per dire a pagina 25, ci si trovano delle sciocchezze. “Tell me why” fu “scritta da John con l’intenzione di farla cantare a un gruppo americano di sole ragazze”? E Richard Lester pensava che “I’ll cry instead” non fosse adatta alla “sequenza di una fuga per un incendio” (si tratta in realtà della corsa giù dalla scala d’emergenza dell’Hammersmith Odeon)? A pagina 28, le edizioni musicali Northern Songs diventano una “casa discografica”. E a pagina 45, il “man from the motor trade” di “She’s leaving home” diventa “un motociclista”; e a pagina 49, a portare una cover di “Dear Prudence” in classifica furono “i gruppi inglesi post-punk Siouxsie e i Banshees” (!!!).

Beh, vi ho reso l’idea. E vi dò un consiglio: comprate il libro e limitatevi a guardarlo. Ne vale comunque la pena.
(Franco Zanetti)

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