Jennifer Egan - LL TEMPO È UN BASTARDO - la recensione

Recensione del 22 nov 2011

Voto 9/10
Mi sono avvicinato a questo libro per due motivi. Jennifer Egan, scrittrice americana, ha vinto il Pulitzer 2011 per la narrativa con "A visit to the goon squad" - ma non è questo il motivo. Mi ha incuriosito quello che ne ha scritto Ann Powers, stimata critica musicale americana che notava che il "music writing", che da quelle parti è una cosa seria, finalmente aveva avuto un riconoscimento. Poi mi ha incuriosito l'aver letto che questo libro ha un capitolo scritto sotto forma di slide di Power Point.

"Il tempo è un bastardo" ("Time's a goon", dice un protagonista - da qui la resa italiana dell'intraducibile titolo originale) è un'opera di narrativa che ha molto, molto a che fare con la musica, nei contenuti e nella forma. Sono una serie di racconti tra loro collegati dalla ricorrenza degli stessi personaggi, che ruotano attorno a Sasha, assistente di un produttore discografico, Bennie Salazaar. I racconti sono dislocati in vari luoghi e in vari momenti tra gli anni '70 e il 2020, e la Egan racconta non solo benissimo questi personaggi, le loro storie, il loro rapporto con il passare del tempo, ma il mondo della musica in cui si muovono. Bellissima la scena, per fare un esempio, in cui un personaggio alla fine degli anni '70 si mette per la prima volta le cuffie di un walkman e descrive l'effetto che fa ascoltare musica isolandosi dagli altri, ma continuando a vedere il mondo attorno che scorre. Il libro è ricco di scene così, con citazioni musicali di finzione ma assolutamente verosimili e altre vere.

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