Paolo Prato - LA MUSICA ITALIANA - la recensione

Recensione del 25 gen 2011 a cura di Franco Zanetti

Il sottotitolo, “Una storia sociale dall’Unità ad oggi”, metta sull’avviso il potenziale lettore: questo tomo ponderoso (nel senso proprio di “pesante”: quasi otto etti di carta) non è, come si potrebbe pensare - o sperare, o temere, a seconda dei gusti - un libro da sfogliare alla leggera. Intanto perché la scrittura dell’autore, benché sorvegliata e prodiga di aneddoti, è tipicamente da studioso e non da cronista (lo testimonia il corposo e puntiglioso apparato di note a piè di pagina); poi perché la società italiana evocata dal sottotitolo non fa qui da sfondo a rievocazioni di cantanti e canzoni, ma diventa quasi protagonista, ponendo la musica nel ruolo di testimone del tempo che accompagna: non di mero sottofondo, o di colonna sonora, ché questo sarebbe tradire l’assunto del titolo, ma nemmeno coprotagonista.

Prato, conoscitore e divulgatore della musica registrata (non solo italiana e non solo leggera: ha firmato fra l’altro “Il treno dei desideri. Musica e ferrovia da Berlioz al rock”, 2003, e “White Christmas. L'America e la reinvenzione del Natale”, 2006, ma ha anche curato raccolte di Cd per Selezione del Reader’s Digest per Camuzzi, e ha pubblicato nel 1996 un “Dizionario di pop e rock” per Garzanti), parte dal melodramma e approda ai talent show, attraverso sette capitoli cronologici ognuno dei quali tratta, all’incirca, 25 anni di storia italiana. E si candida, col suo volume, a raccogliere l’eredità di Gianfranco Baldazzi ( “La canzone italiana del Novecento”, 1988) e Gianni Borgna (“Storia della canzone italiana”, 1995); due testi imprescindibili benché diversissimi fra loro, più “ideologico” il secondo, più enciclopedico il primo. Prato non cerca una terza via, segue la propria: e facendolo, pur con risultati apprezzabilissimi, lascia ancora spazio a qualcuno che voglia in futuro provare a raccontare la canzone italiana per quel che è stata e che è, con un linguaggio piano e divulgativo, con l’intento di fornire uno strumento d’informazione e di consultazione e non un’opera di saggistica “alta” - per quanto pregevole e a tratti avvincente come questo libro, che al lettore richiede tempo abbondante e attenzione costante. (Franco Zanetti)

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