Pedrinelli ci prova, suddividendo il suo volumetto in capitoli tematici (“Dodici indispensabili”, “Per un Natale... colto”, “Per un Natale... pop”, “Breve intermezzo popolare”, “Natale fra musica e letteratura”, “Una discoteca ideale”) ma, inevitabilmente, dando l’idea di aver solo sfiorato la superficie, senza scavare in profondità. Oh, certo: ci sarebbero volute molte più pagine, e forse si sarebbe dovuto addirittura scegliere la strada dei più volumi, per poter scandagliare nel dettaglio e approfondire la ricerca. Così resta un po’ l’amaro in bocca, anche perché si capisce che Pedrinelli avrebbe avuto molte più storie da raccontare, se gli avessero dato maggiore spazio. Il suggerimento, o l’auspicio, è che questo libro diventi la base di partenza per un prossimo lavoro assai più completo. Nel quale, per favore, “Natale con i tuoi...” (CGD, 1983 - non 1984) non venga più definito “compilation”: in Italia fu il primo, e resta uno dei pochissimi, album a tema natalizio progettato e registrato appositamente per l’occasione, con canzoni scelte e interpretate ad hoc. Lo so perché quel disco "l’ho inventato io!" (come diceva Pippo Baudo) e ci tengo. (fz)
Andrea Pedrinelli - LE MUSICHE DEL NATALE - la recensione
Recensione del 17 dic 2010
La materia è sterminata: le canzoni di Natale - quelle tradizionali, quelle che lo sono diventate, quelle commerciali e quelle religiose - sono una pletora, e sistematizzare un repertorio così ampio e disorganico non è facile.
Pedrinelli ci prova, suddividendo il suo volumetto in capitoli tematici (“Dodici indispensabili”, “Per un Natale... colto”, “Per un Natale... pop”, “Breve intermezzo popolare”, “Natale fra musica e letteratura”, “Una discoteca ideale”) ma, inevitabilmente, dando l’idea di aver solo sfiorato la superficie, senza scavare in profondità. Oh, certo: ci sarebbero volute molte più pagine, e forse si sarebbe dovuto addirittura scegliere la strada dei più volumi, per poter scandagliare nel dettaglio e approfondire la ricerca. Così resta un po’ l’amaro in bocca, anche perché si capisce che Pedrinelli avrebbe avuto molte più storie da raccontare, se gli avessero dato maggiore spazio. Il suggerimento, o l’auspicio, è che questo libro diventi la base di partenza per un prossimo lavoro assai più completo. Nel quale, per favore, “Natale con i tuoi...” (CGD, 1983 - non 1984) non venga più definito “compilation”: in Italia fu il primo, e resta uno dei pochissimi, album a tema natalizio progettato e registrato appositamente per l’occasione, con canzoni scelte e interpretate ad hoc. Lo so perché quel disco "l’ho inventato io!" (come diceva Pippo Baudo) e ci tengo. (fz)
Pedrinelli ci prova, suddividendo il suo volumetto in capitoli tematici (“Dodici indispensabili”, “Per un Natale... colto”, “Per un Natale... pop”, “Breve intermezzo popolare”, “Natale fra musica e letteratura”, “Una discoteca ideale”) ma, inevitabilmente, dando l’idea di aver solo sfiorato la superficie, senza scavare in profondità. Oh, certo: ci sarebbero volute molte più pagine, e forse si sarebbe dovuto addirittura scegliere la strada dei più volumi, per poter scandagliare nel dettaglio e approfondire la ricerca. Così resta un po’ l’amaro in bocca, anche perché si capisce che Pedrinelli avrebbe avuto molte più storie da raccontare, se gli avessero dato maggiore spazio. Il suggerimento, o l’auspicio, è che questo libro diventi la base di partenza per un prossimo lavoro assai più completo. Nel quale, per favore, “Natale con i tuoi...” (CGD, 1983 - non 1984) non venga più definito “compilation”: in Italia fu il primo, e resta uno dei pochissimi, album a tema natalizio progettato e registrato appositamente per l’occasione, con canzoni scelte e interpretate ad hoc. Lo so perché quel disco "l’ho inventato io!" (come diceva Pippo Baudo) e ci tengo. (fz)