Quello che è poco più che un rigo in cronaca, una notizia buona per chi si interessa di cose musicali, in realtà e come sempre accade in questi casi, stravolge l’intero universo dei cari di Edwyn a partire dalla moglie, Grace.
In “Falling & laughing” proprio Grace ci racconta - passo dopo passo - prima il dramma, poi tutte le difficoltà e le paure che comporta un’operazione alla testa. La lunga degenza in ospedale dove a ogni minimo miglioramento fa immediatamente seguito una ricaduta. La lentissima ripresa, la lunga terapia di recupero che non è solo motoria ma che riguarda anche il parlare, lo scrivere, il collegare i pensieri in forma compiuta. La grande tenacia di Edwyn, ma anche di Grace e di tutte le persone a loro vicine, dai parenti agli infermieri dagli amici ai terapisti. C’è molto poco di musicale in questo libro, c’è molto, tutto, di personale (finanche un diario tenuto da Grace nel periodo più buio del ricovero di Edwyn). Ci sono tutte le pene e le sofferenze e le gioie per ogni millimetrico miglioramento di chi lotta per poter tornare a vivere una vita dignitosa. Fortunatamente questa storia ha un lieto fine, quello sì molto musicale: nel novembre 2007, a quasi tre anni da quel brutto incidente di percorso, Edwyn Collins torna a salire su un palco, con l’aiuto di un bastone guadagna il centro della scena e tiene un concerto in un teatro londinese nel West End. La sala è colma delle trecento persone che può contenere, tutti gli amici non sono voluti mancare. Al suo fianco, alla chitarra, Roddy Frame degli Aztec Camera. Un concerto indimenticabile.