Enrico Casarini - INSIEME MINA BATTISTI - 1972: IL DUETTO A TEATRO 10 E LA FINE DEL SOGNO ITALIANO - la recensione

Recensione del 02 nov 2009 a cura di Franco Zanetti

Del duetto televisivo tra Mina e Lucio Battisti in una lontana serata di metà aprile, forse se ne ricordano in molti. In pochi, di sicuro, si ricordano l’anno, il giorno, il mese e l’orario precisi, il nome giusto del programma, l’autore, il regista e il nome e il cognome dei componenti della band che accompagnò l’esibizione dei due cantanti (“Perché, c’era una band alle spalle di Mina e Battisti?”, direte voi. Sì, risposta. Oltre all’orchestra, presenza fissa del programma, per l’occasione sono intervenuti cinque musicisti, i così detti “cinque amici da Milano”).

Chi queste cose ce le ha bene in memoria e ha deciso di raccontarle a tutti, mettendoci passione, emozione, dedizione, testardaggine e pignoleria (specie a detta dei giornalisti Riccardo Bertoncelli e Franco Zanetti che hanno seguito la stesura del libro), è il giornalista Enrico Casarini, che per la Coniglio editore ha pubblicato il volume “Insieme Mina Battisti - 1972: Il duetto a Teatro 10 e la fine del sogno italiano”.
Trecentosessantaquattro pagine scritte fitte, in piccolo, con delle note a fondo pagina immense, che potrebbero diventare dei piccoli volumi di approfondimento a parte, dove Casarini non descrive solo nel minimo dettaglio il duetto che cambiò la storia della televisione italiana, ma contestualizza ogni minimo avvenimento con interi capitoli dedicati alla politica, alla cronaca e alla realtà sociale di quell’anno, il 1972; racconta senza risparmiarsi commenti, interviste, testimonianze e precisazioni, dalla scenografia agli abiti di scena, dalle curiosità sugli autori e i registi alle vite, precedenti e future dei musicisti che accompagnarono il duetto.
Si respira anche un po’ di malinconia tra queste pagine, malinconia non per forza palesata dall’autore. Si ha a tratti la nostalgia di quando un semplice duetto televisivo poteva diventare un evento di contaminazione musicale a tutti gli effetti, a differenza di oggi, dove per la maggior parte delle volte gli artisti rispondono al richiamo del grande schermo unicamente per scopi promozionali e per apparizioni rapide e indolori.

Insomma, c’è tutto, a tratti troppo, in questo bel libro che sembra dover parlare solo di dieci minuti di televisione, ma alla fine risulta essere un vero e proprio saggio su un anno intero di musica e cultura.

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