Al di là della poliedricità dell'autore, i racconti di "Intanto corro" sono belli e ben scritti: piccoli miniature di personaggi spaesati dall'alienazione della società contemporanea, tema che Casale racconta nelle sua musica, e nei suoi spettacoli di teatro-canzone. Tra una citazione musicale e l'altra (bella la riscrittura sotto forma di racconto di "No expectations" degli Stones), emerge un campionario di varia umanità sconsolante. O forse no.
Giulio Casale - INTANTO CORRO - la recensione
Recensione del 28 ott 2008
Un altro cantante che si da alla narrativa? Si e no. Giulio Casale "è figura pressoché unica nel panorama culturale italiano", dice un po' pomposamente il risvolto di questo suo libro, che non è il suo primo (aveva già scritto poesie e curato lavori su artisti come Jeff Buckley e Gaber).
Al di là della poliedricità dell'autore, i racconti di "Intanto corro" sono belli e ben scritti: piccoli miniature di personaggi spaesati dall'alienazione della società contemporanea, tema che Casale racconta nelle sua musica, e nei suoi spettacoli di teatro-canzone. Tra una citazione musicale e l'altra (bella la riscrittura sotto forma di racconto di "No expectations" degli Stones), emerge un campionario di varia umanità sconsolante. O forse no.
Al di là della poliedricità dell'autore, i racconti di "Intanto corro" sono belli e ben scritti: piccoli miniature di personaggi spaesati dall'alienazione della società contemporanea, tema che Casale racconta nelle sua musica, e nei suoi spettacoli di teatro-canzone. Tra una citazione musicale e l'altra (bella la riscrittura sotto forma di racconto di "No expectations" degli Stones), emerge un campionario di varia umanità sconsolante. O forse no.