Eno, Brian - FUTURI IMPENSABILI - DIARIO, RACCONTI, SAGGI - la recensione
Recensione del 01 gen 1998
A chi lo avrebbe voluto fossilizzato in un
solo genere, con una sola band, in un solo ruolo, Brian
Eno ha risposto in oltre ventanni di musica con un
comportamento tanto coerente quanto assolutamente libero
e incontrollabile. Eno ha seguito ogni rotta, avvistato
ogni terra, riconosciuto ogni stella: ha fondato i Roxy
Music, iniettato sangue new wave nelle floride vene dei
Talking Heads, inventato lambient music, poi
degenerata in new age, condotto esperimenti di musica
classica, colta, contemporanea, riaperto il dialogo con
la mitteleuropa nella trilogia berlinese di Bowie,
anticipato il drumnbass con "Verve
net", accessoriato gli U2 di materia grigia
superiore alla norma per quattro album che sono quelli
che fanno la differenza tra loro e gli altri ma
soprattutto tra loro con lui e loro senza di lui. Per non
parlare del resto, delle carte comportamentali per
musicisti, delle esposizioni multimediali, della sua
ansia di sperimentatore e di conoscitore di situazioni
prima ancora che di persone. Questo libro si divide in
due parti, entrambe interessanti così come interessante
e unica è la vita dellartista che le ha scritte.
Ci sono appunti relativi a quanto successo ad Eno nel
corso del 1995, riflessioni, considerazioni e ironie
comprese. Ci sono note alla rinfusa, considerazioni
private e familiari, idee professionali sempre avanti
rispetto al resto. La seconda parte del libro è invece
una sorta di condensato di stili letterari, che vanno dal
saggio alla lettera, e che sono classificati come
appendici al libro vero e proprio. La vita di Eno, per
come tratteggiata su queste pagine, dimostra di essere un
condensato di curiosità e disciplina, di libertà e
limiti autoimposti che servano a governarla meglio.
Riflessioni intelligenti e un modo di scrivere che
appassiona subito sono il pane di queste pagine: leggerle
è raccomandato a tutti, perché cè comunque molto
da imparare.