Insieme al libro, però, ed è questa la parte più interessante per il lettore abituale di Rockol, c’è un Cd intitolato “Cristiani di Allah”, prodotto da Sergio Cossu e suonato da Maurizio Camardi e Mauro Palmas, con partecipazioni (fra gli altri) di Patrizia Laquidara, Elena Ledda, Gualtiero Bertelli e Eugenio Merico degli Yo Yo Mundi. Ed è un bel Cd, che mescola brani tradizionali e composizioni recenti e d’occasione. A volte, d’accordo, la voce della Laquidara ha un che di “artificialmente” popolaresco – non è così che m’ero immaginato cantasse la schiava Lucia, una protagonista del romanzo. Anche se va ricordato che la Laquidara, benché catanese, nel 1998 ha vinto una borsa di studio per il corso di autori e interpreti della musica popolare veneta e lombarda: ma qui non mi riferivo alla sua parlata della lingua (“Venexia”, “La barca dei soldai”, “Luna dime”) ma all’attitudine, allo spirito. E complessivamente l’operazione musicale ha un qualcosina di scolastico, come se si fosse sempre tenuta molto presente la lezione di Mauro Pagani. Ma comunque, niente che penalizzi il piacere dell’ascolto: il Cd ha una sua ragion d’essere che va oltre il ruolo di companion del libro.
“Cristiani di Allah” è anche uno spettacolo teatrale, con Carlotto nel ruolo del narratore e la Laquidara come protagonista nel ruolo di Lucia. (fz)