Geoffrey Himes - BORN IN THE U.S.A. - BRUCE SPRINGSTEEN - la recensione

Recensione del 06 mag 2008

Un disco, un libro: questa l'equazione della collana “Tracks”, da poco lanciata da No Reply con tre titoli, dedicati a “Born in the U.S.A”, “Via Paolo Fabbri 43” e “Ok computer”. L'operazione non è originalissima – all'estero di libri di questo genere se fanno da diverso tempo, e anche in Italia qualcosa è approdato, si pensi ai libri dedicati dallo storico del jazz Ashley Kahn a “Kind of blue” e “A love supreme”.

Ma si tratta di un'operazione meritoria, per almeno due motivi. 1)La contestualizzazione: i libri sono talvolta di autori stranieri – Geoffrey Himes per il volume su Springsteen, Dai Griffiths per quello sui Radiohead – ma sono tutti integrati da un apparato di scritti nostrani, dati e date relative all'anno di pubblicazione, con l'intento di raccontare non solo la musica che girava intorno, ma anche la storia, anche quella nazionale, seppure per sommi capi. 2)La diversità: delle prime tre opere, quelle su Springsteen è la più tradizionale: la storia del disco, e dell'autore in un determinato momento: Himes è un giornalista, e si capisce; molto diverso l'approccio degli altri due volumi: accademico quello sui Radiohead, scritto dal preside della facoltà di musica di Oxford; letterario quello su "Via Paolo Fabbri 43", opera dello scrittore Marco Rossari, che racconta il disco in maniera più creativa e meno lineare (su questo volume torneremo prossimamente).
Insomma, una bella idea che attendiamo di vedere sviluppata con i prossimi volumi, tra cui svettano quell dedicati a “Velvet Underground & Nico”, “Let it be” dei Beatles, “Unknown pleasures” dei Joy Division.

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