Amedeo Minghi - L’ASCOLTERANNO GLI AMERICANI - la recensione

Recensione del 26 set 2006

E’ il 1966 e sulla televisione italiana va in onda “Scala Reale”, il programma abbinato alla Lotteria Italia condotto da Peppino De Filippo. Durante la trasmissione è prevista la performance di un giovane cantante di nome Amedeo Minghi, debuttante di una squadra formata da Bobby Solo, Wilma Goich e Remo Germani. La sua esibizione prevede l’interpretazione di “Alla fine”, cover di un singolo di successo degli anni '60. Sono trascorsi quarant’anni da quel giorno e Amedeo Minghi è diventato una star della musica leggera italiana pubblicando qualcosa come 25 album.

“L’ascolteranno gli americani” è un’autobiografia che festeggia questo prestigioso traguardo raggiunto da Minghi, un libro nel quale si racconta senza peli sulla lingua. Coadiuvato da Paolo Audino, il cantante narra la sua storia, quella di un’artista che si è formato a cavallo degli anni Sessanta e Settanta in un momento di particolare entusiasmo creativo che ha cambiato per sempre la musica e non solo. Questo libro è una testimonianza delle trasformazioni avvenute nel mondo della discografia, ma anche dei mutamenti sociali e culturali vissuti in prima persona e, soprattutto, una fonte di aneddoti e curiosità inedite come ad esempio la sua predilezione per il rock americano rispetto a quello inglese, la vicenda riguardante la reinterpretazione di “Vattene amore” da parte di Nikka Costa a Sanremo nel 1990, la canzone scritta per Papa Giovanni Paolo II ed altro ancora.
“L’ascolteranno gli americani” è un volume che permette, a chi non lo conoscesse o lo conoscesse solo in maniera superflua, di entrare in profondità nella vita di uno degli artisti simbolo della musica leggera italiana.

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