Se “England’s Dreaming” è qualcosa a metà fra il saggio sociologico e l’inchiesta giornalistica (il che ne rende la lettura a volte faticosa, vista la densità concettuale del testo), “Please Kill Me” (sottotitolo originario: The Uncensored Oral History of Punk) è il frutto di cinquecento ore di interviste effettuate dagli autori – McNeil è stato cofondatore nel 1975 della fanzine “Punk”. Tutt’altro approccio, dunque, e tutt’altra facilità di lettura, benché lo spessore del tomo sia di quelli che possono intimidire. Naturalmente la prospettiva, come dire, geografica è del tutto diversa: concentrato sulla Gran Bretagna il libro di Savage, americanocentrico questo. E infatti ne sono protagonisti gli eroi del punk a stelle e strisce, dai Ramones a Iggy Pop, dai Television ai New York Dolls, da Richard Hell ai Dead Boys a (quasi) tutti gli altri, che si raccontano e vengono raccontati con grande freschezza e con grande libertà (sesso droghe e rock’n’roll, insomma, con un po’ di violenza e qualche morte prematura).
Il punk americano narrato praticamente in prima persona, dunque, con tutto quello che di positivo e di discutibile ci può essere nella formula adottata per la realizzazione del volume. Che si sarebbe giovato di un corredo iconografico più ricco (solo otto foto fuori testo), ma anche così è un libro di testo essenziale per la comprensione dell’epoca storico-musicale di cui è la corposa testimonianza.
(fz)
PS: ho cominciato a rileggere il libro nella traduzione italiana. Ho smesso a pagina 25 dopo questa frase: “Il loro batterista poi era completamente androgino”. “Il” batterista a cui ci si riferisce è Maureen Tucker, “la” batterista dei Velvet Underground. Se andate a leggere qui: http://www.rockol.it/news.php?idnews=52223 capirete come mi sono sentito...