"Nick Drake muore (suicida?) il 25 novembre 1974, a 26 anni, dopo avere pubblicato tre soli dischi, uno più straordinario dellaltro, dopo che la sua arte è passata in una indifferenza crudele cui il suo cuore non ha retto. A quasi venticinque anni di distanza, Nick è considerato un mito, è lartista preferito di star come Kurt Cobain, il cantante dei Nirvana anche lui morto suicida, di Michael Stipe dei R.E.M.. Su internet gli dedicano migliaia di siti, i suoi dischi magicamente sembrano non invecchiare". Stefano Pistolini, già noto come giornalista musica, aveva affrontato negli scorsi anni un interessante sconfinamento nel campo del sociale, firmando volumi come "Gli sprecati - i turbamenti della nuova gioventù" e "Smile! LAmerica e la fine dellinnocenza". Nonostante gli ottimi propositi, quei due libri non seppero essere abbastanza efficaci nel catturare il lettore allinterno delle elaborate analisi che ne costituivano la parte principale. Molto meglio fa invece questo libro dedicato a Nick Drake, dove Pistolini lascia confluire annotazioni sociali e personali allinterno della vicenda del giovane artista scomparso, finendo per dare vita ad un flusso narrativo unico e affascinante. Il ritratto di Drake emerge con umiltà e completezza, pregno di un affetto che Pistolini dichiara sin dalle prime pagine (una sua importante storia damore era nata proprio sulle onde dei primi due album di Drake). Ne viene furi quindi un libro appassionante, permeato di umanità e in cui la nostalgia e la retorica non fanno comunque la parte del leone. Cè piuttosto la voglia di calarsi ancora in una vecchia storia personale (quella con Drake), per conoscere e conoscersi meglio: "Se cadi per sbaglio in una piscina, ti vergogni. Diventi guardingo. Da quel giorno, alla piscina giri intorno, ma non tavvicini troppo. Eppure ti resta la curiosità di rivivere il momento pazzesco nel quale ci sei finito dentro, riempendo di spruzzi il prato. A me con Nick Drake è capitato lo stesso: ho continuato a girare intorno alla sua storia, temendo che non mavrebbe giovato riviverla. Il fatto, però, è che non minteressa sentirmi placato. Piuttosto voglio sapere quanto nel tempo si diventa diversi. E poi se è vero che certe cose non cambiano, ma che altre se le portano via gli anni, di sana pianta. Se tornare, insomma, vuol dire anche scoprire qualcosa in più di sé". Consigliato, e anche di più.
Nick Drake - "LE PROVENIENZE DELL’AMORE" A CURA DI STEFANO PISTOLINI - la recensione
Recensione del 23 set 1998