“Visione distorta” si presenta quindi come un libro curato e ben fatto, lavorato su fonti di prima mano. Interessante è soprattutto la prima parte, che racconta uno spaccato del rock di provincia italiano tra fine anni ’80 e inizio anni ’90.
Chiara Ferrari - MARLENE KUNTZ - VISIONE DISTORTA - la recensione
Recensione del 10 mag 2005
Anche per i Marlene Kuntz arriva la celebrazione di un libro: “Visione distorta” è una “biografia autorizzata”, curata da Chiara Ferrari (giornalista, già autrice di una biografia sui Chemical brothers).
Ricco di materiali inediti sul gruppo (soprattutto iconografici, come foto fornite dagli stessi Marlene), il libro è diviso in tre sezioni; tre “Spore” (come il gruppo chiama le proprie improvvisazioni in studio): “Idea MK”, che racconta le origini della band; “Musica MK”, che racconta l’ascesa della band, e le sue vicissitudini fino ai giorni nostri; e, infine, “Stile MK”, una puntuale analisi delle canzoni del gruppo cuneese, dall’esordio con “Catartica” fino al recente “Bianco sporco”. Chiude il tutto una dettagliata discografia illustrata.
“Visione distorta” si presenta quindi come un libro curato e ben fatto, lavorato su fonti di prima mano. Interessante è soprattutto la prima parte, che racconta uno spaccato del rock di provincia italiano tra fine anni ’80 e inizio anni ’90.
“Visione distorta” si presenta quindi come un libro curato e ben fatto, lavorato su fonti di prima mano. Interessante è soprattutto la prima parte, che racconta uno spaccato del rock di provincia italiano tra fine anni ’80 e inizio anni ’90.