"Hansel cresce nella Germania dell'Est nel periodo del muro di Berlino, con una madre tedesca ossesionata dalla tragedia dell'Olocausto, e un padre, militare americano, che vede molto raramente e che abusa di lui. Diventa un adolescente instabile e sessualmente incerto con un grande sogno: divenire una diva rock. La possibilità di realizzare questo sogno giunge con Luther, un soldato americano di colore che si innamora di lui. Per sposarsi, Hansel deve sottoporsi ad un intervento per cambiare sesso, ma l'operazione 'lo' lascia menomato per sempre. Si trasferisce in Kansas con Luther che 'la' lascia per un altro ragazzo. Hansel, ora Hedwig, torna così alla sua musica, formando un gruppo, gli Angry Inch, e sopravvive facendo la babysitter. Proprio in uno dei suoi lavori saltuari incontra Tommy che diventa suo amante. Lei gli insegna tutto sul rock, ma in seguito anche Tommy la abbandona e le ruba le sue canzoni, diventando una famosa rock star col nome di Tommy Gnosis. Hedwig sbarca il lunario, cantando in piccoli ristoranti con l'obbiettivo di vendicarsi di Tommy. Proprio quando ogni speranza sembra persa, arriva la grande occasione di riscossa: la/il protagonista si ricongiunge con Tommy, anche se brevemente, e grazie al lui realizza il sogno di diventare una rock star".
Bene: liberati dal compito di spiegare cosa succede nel film, diciamo “come” succede. Succede in maniera molto colorata, molto flamboyant, ma anche molto melodrammatica (forse troppo), con un impianto teatrale decisamente evidente (forse troppo), con qualche spunto cinematograficamente felice (il momento karaoke), inserti a cartoni animati piuttosto carini: John Cameron Mitchell, autore, regista e interprete, è una presenza molto interessante anche se forse eccessivamente dominante. Cosa ci è piaciuto? Beh: intanto l’evidente tributo ai New York Dolls che percorre tutto il film (meno evidente, anche perché lo conoscono in pochi, l’omaggio a Wayne/Jayne County, nome di culto del punk rock travestito); poi le citazioni esplicite di Lou Reed, David Bowie, Iggy Pop (col quale Mitchell ha anche una vaga somiglianza); ma anche le canzoni degli Angry Inch, nessuna delle quali ha la statura del capolavoro, ma che sono tutte di buona qualità (e sono state scritte e interpretate ancora da J. C. Mitchell).
Chi ha visto “Velvet goldmine” continuerà a preferire il film di Todd Haynes (che aveva anche una colonna sonora strepitosa); ma “Hedwig & the Angry Inch” (questo il titolo originale: quello italiano, orrendo, sembra rubato a un film porno) merita il noleggio.