Clamorose approssimazioni, errori nella grafia dei nomi, un appiattimento generale sull’appellativo “scarafaggi”, titoli deliranti (“I matti canori”, da “Noi donne” dell’aprile 1964), un autentico festival di luoghi comuni e disinformazione. Roba da vergognarsi di fare lo stesso mestiere di quelli che scrivono sui giornali (a proposito, alcuni articoli non sono corredati dal nome dell’autore: peccato...). Del resto, succede né più né meno la stessa cosa oggi, quando i settimanali a grande tiratura affrontano argomenti legati al rock e ai suoi personaggi (quante stronzate abbiamo letto a proposito di Marilyn Manson negli ultimi mesi?).
Parlando di stronzate: a pagina 30 è riportato il testo di un’interrogazione parlamentare presentata – anche qui, purtroppo non sappiamo da quale intelligentone di deputato – “per conoscere se siano state prese le opportune misure per garantire la percezione dei tributi sui compensi erogati ai Beatles e quale sia l’ammontare dichiarato ed accertato di essi” (ci si riferisce ai concerti italiani del gruppo, giugno 1965). Il che dimostra che, allora come oggi, molti parlamentari italiani non hanno niente di meglio da fare che cercare visibilità e pubblicità con iniziative dissennate e ridicole (per la cronaca, il ministro Tremelloni precisava che l’ammontare lordo degli incassi delle “otto rappresentazioni” era ammontato a 56 milioni lordi (mica vero: questa fu la cifra guadagnata dai Beatles, l’incasso complessivo sfiorò i 120 milioni).
Comunque: se condividete la passione per i Beatles di Bersanelli, procuratevi il volume (anche il primo, se non l’avete ancora). Per farlo, contattate l’autore – che si è impegnato a devolvere i proventi in beneficenza -o telefonicamente (329-2177879) o via email (rosariobersanelli@libero.it).