Insomma: “musica per viole...” è un volume che ci fa piacere possedere, anche solo per sfogliarlo ogni tanto e – personalmente – per rivedere, nelle pagine dedicate agli anni pre-1990, quello Zucchero che non era ancora diventato un (piccolo) divo internazionale, era più magro, più rustico e più naif. Non più timido, perché Sugar lo è rimasto, anche se adesso riesce molto meglio a fingere di non esserlo. Lo Zucchero che a me piace ricordare è quello di un pomeriggio di tanti anni fa nella hall semibuia e semivuota di un grande albergo di Verona: era un sabato di Festivalbar, e avrei dovuto intervistarlo. Ma lui riusciva a parlare solo della propria tristezza e del proprio dolore per la separazione dalla moglie. Mi fece tenerezza, e cominciai a volergli bene. Quel giorno aveva la stessa faccia che indossa a pagina 82 di questo libro. La faccia di un uomo solo e confuso: una bella faccia da uomo come tanti.
Zucchero Sugar Fornaciari - MUSICA PER VIOLE &... ALTRI ORGANI D’AMORE - la recensione
Recensione del 05 dic 2001
“Non è il solito libro di spartiti musicali e di testi!”, strilla la quarta pagina di copertina. Ed ha ragione. Per essere il solito libro di spartiti musicali e di testi, di spartiti musicali ce ne sono troppo pochi. Per essere un “diverso” libro, c’è troppo poca roba diversa dal solito. Insomma, questo bel volumone è un ibrido: può darsi che funzioni, che piaccia ai fans, ai collezionisti, al pubblico. Di roba dentro ce n’è tanta, comunque. E per essere bello è bello: grande formato, belle foto, bella grafica, bella impaginazione. Ecco, è un bel monumento all’amico Sugar: che ne ripercorre la carriera (e il look) dal 1985 ad oggi, attraverso testi di canzoni, didascalie, spartiti musicali e soprattutto immagini. Alcune delle quali inedite, alcune delle quali anche significative ed emozionanti. Sparsi qua e là ci sono pensieri, citazioni, frammenti di interviste: niente di fondamentale, però alcuni sono divertenti.
Insomma: “musica per viole...” è un volume che ci fa piacere possedere, anche solo per sfogliarlo ogni tanto e – personalmente – per rivedere, nelle pagine dedicate agli anni pre-1990, quello Zucchero che non era ancora diventato un (piccolo) divo internazionale, era più magro, più rustico e più naif. Non più timido, perché Sugar lo è rimasto, anche se adesso riesce molto meglio a fingere di non esserlo. Lo Zucchero che a me piace ricordare è quello di un pomeriggio di tanti anni fa nella hall semibuia e semivuota di un grande albergo di Verona: era un sabato di Festivalbar, e avrei dovuto intervistarlo. Ma lui riusciva a parlare solo della propria tristezza e del proprio dolore per la separazione dalla moglie. Mi fece tenerezza, e cominciai a volergli bene. Quel giorno aveva la stessa faccia che indossa a pagina 82 di questo libro. La faccia di un uomo solo e confuso: una bella faccia da uomo come tanti.
Insomma: “musica per viole...” è un volume che ci fa piacere possedere, anche solo per sfogliarlo ogni tanto e – personalmente – per rivedere, nelle pagine dedicate agli anni pre-1990, quello Zucchero che non era ancora diventato un (piccolo) divo internazionale, era più magro, più rustico e più naif. Non più timido, perché Sugar lo è rimasto, anche se adesso riesce molto meglio a fingere di non esserlo. Lo Zucchero che a me piace ricordare è quello di un pomeriggio di tanti anni fa nella hall semibuia e semivuota di un grande albergo di Verona: era un sabato di Festivalbar, e avrei dovuto intervistarlo. Ma lui riusciva a parlare solo della propria tristezza e del proprio dolore per la separazione dalla moglie. Mi fece tenerezza, e cominciai a volergli bene. Quel giorno aveva la stessa faccia che indossa a pagina 82 di questo libro. La faccia di un uomo solo e confuso: una bella faccia da uomo come tanti.