Alessandro Robecchi - MANU CHAO: MUSICA Y LIBERTAD - la recensione

Recensione del 09 mag 2001

Non una vera e propria biografia, ma bensì un’attenta analisi a quello che è – e soprattutto a quello che è stato – il “fenomeno” Manu Chao, artista poliedrico in perenne movimento, fondatore dei Mano Negra che ha portato alla testa delle classifiche in tutto il mondo il suo modo di lavorare prima che la sua musica. Convinto assertore dell’anti globalizzazione (musicale e non), nel libro di Robecchi Manu Chao diventa un personaggio – vero e credibile, che ci accompagna nella sua terra (il mondo) fatta di musica e libertà, come un cantastorie, a volte allegro, a volte arrabbiato, a volte malinconico.

Nato a Parigi in un quartiere del XV arrondissement, da genitori spagnoli, appena possibile Manu se ne fugge alla ricerca delle sue origini e torna con il Sud America nel cuore e nell’anima.
Questo libro vuole raccontarci la sua storia, la storia di un “Clandestino” che viaggia, viaggia alla ricerca di tutto e di niente trasportato dalla musica e dalla passione.
E’ un libro sembra un racconto coinvolgente anche perché, l’autore per primo non vuole presentarci la biografia di una rockstar: sarebbe sbagliato definire (se non in termini di vendite) in questo modo Manu Chao. Lui è un “rockwind” e così, come non si può imprigionare il vento che soffia da un angolo all’altro del mondo, non si possono chiudere in schemi predefiniti un artista e la sua musica, colorati di libertà.

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