E’ questa l’asse portante di un’opera didascalica dedicata all’artista napoletano, la cui vita e carriera musicale vengono analizzate attraverso i testi dei vari album succedutisi dal 1977 a oggi.
Il ritratto che emerge è quello di un “cittadino del mondo” fortemente legato alle sue radici, che con una musica di ispirazione mediterranea riesce, grazie agli influssi del blues, del rock, del rhythm’n’blues e del jazz, a fare di Napoli, con le sue speranza e le sue contraddizioni, un luogo universale e al tempo stesso unico: “Io non sarei esistito come artista se non fossi nato a Napoli” ecco come Pino Daniele ribadisce il suo stretto rapporto con la città. Ma Napoli, grazie alle sue canzoni, si apre al mondo (almeno musicalmente) e diventa, come per magia, “Medina” e lo fa in modo naturale, come se la fusione dei ritmi, delle sensazioni e dei profumi africani-mediterranei-partenopei fosse l’unica via, l’unico futuro possibile. E così il cantautore diventa sempre più caposcuola ed espressione di una nuova realtà della scena musicale partenopea che ha come punto di forza non solo il sole, il mare e l’ amore, ma prima di tutto il mondo e le idee.