Peter Guralnick - CARELESS LOVE - GLI ULTIMI ANNI DELLA LEGGENDA DI ELVIS PRESLEY - la recensione

Recensione del 02 mag 2000

La Morte che colse tutti di sorpresa arrivò nell’agosto del 1977, quando Elvis aveva 42 anni: a quell’età aveva già conosciuto tutto, milioni di dischi venduti e anni senza vedere una sua canzone nella top ten, interminabili tournée di grande successo e goffe parodie di se stesso spacciate per ennesimi comeback ad uso e consumo del mondo di Las Vegas, le gioie del matrimonio e della paternità e le amarezze della separazione e della solitudine, esorcizzata cambiando compagnie femminili ogni quarantotto ore e regalando a ciascuna di esse un’automobile con cui sarebbe solo stato più facile lasciarlo. Aveva già avuto almeno tre carriere: una era finita il giorno in cui si era imbarcato per la ferma militare, destinazione Germania, l’altra era deragliata verso l’inizio degli anni ’70 e la terza è stata quella piena di alti e bassi che ha interrotto la sua Morte. Quel giorno l’America pianse il suo Elvis, e con lei il mondo, alcuni rifiutarono di crederci, persino, e si pensò alla Grande Messinscena di chi muore per tornare a vivere in incognito. Ma l’uomo trovato riverso sul pavimento del bagno dalla sua compagna di turno, la testa in una pozza di vomito, era molto lontano ormai dall’immaginario nazionale: Guaralnick ce lo descrive triste, grasso, terribilmente insicuro, soggetto a continue crisi respiratorie, vittima consapevole e riluttante dei meccanismi del business escogitati dal Colonello Parker e avallati anche da suo padre Vernon e dalla corte di amici, cortigiani, finti medici, ruffiani e comparse varie che era sempre al suo fianco. E’ un Elvis, quello degli ultimi anni raccontati in questo libro, in preda a continui alti e bassi fisici e d’umore, riflessi condizionati di un consumo in dosi massive di antidepressivi e tranquillanti, oltre a quello quasi quotidiano di cocaina. E così la Morte che colse tutti di sorpresa era in realtà un’eventualità messa in conto sin dal 1973, quando l’entourage di Elvis, allarmato dal suo stato di salute in più di un’occasione, aveva studiato un piano d’emergenza per l’eventualità estrema, che prevedesse il rientro della salma a Graceland. “Careless love” è il diario degli ultimi anni di Elvis, straordinari anch’essi come erano stati i precedenti, ma assai meno felici: è proprio la ricerca di una qualche stabilità emotiva e psicologica ad ossessionare il re del rock’n’roll, e a portarlo verso la filosofia, il misticismo e l’esoterismo. Ma questo libro è soprattutto la cronaca dettagliata di come un ingranaggio apparentemente perfetto si sbriciolò progressivamente tra le mani di quanti lo avevano costruito e mantenuto in funzionamento ben oltre le sue possibilità: e che finì per fare a pezzi l’unico che in quell’ingranaggio era rimasto incastrato. Incastrato da se stesso, dai suoi fantasmi, dal suo passato, dalla sua solitudine, dal music business: Elvis Presley, il Re.

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