Luigi Viva - NON PER UN DIO MA NEMMENO PER GIOCO. VITA DI FABRIZIO DE ANDRÉ. - la recensione
Recensione del 05 feb 2000
Il libro di Luigi Viva non è un "instant-book" su Fabrizio De André, ovvero
un libro scritto sulla scia dell'emozione suscitata dalla scomparsa del
cantautore l'11 gennaio 1999. Il progetto del libro risale agli anni dell'
album "Nuvole" (1990) e Luigi Viva ha iniziato a lavorarci nel 1992, quando
Fabrizio ha dato il suo assenso all'operazione. Un libro che affonda le sue
radici in un'amicizia tra i due nata dalla comune passione per la terra e il
cui piano è stato studiato dall'autore con lo stesso De André. E' stato lui
a fornire una serie di nomi di persone da intervistare, per permettere una
ricostruzione particolareggiata soprattutto degli anni dell'infanzia e della
giovinezza, quelli in cui si delineano le passioni che accompagneranno
Fabrizio per tutta la vita: la natura, l'attenzione per l'umanità disperata,
l'anarchismo di George Brassens. Sono anche gli anni delle amicizie che
resisteranno nel tempo, spesso nonostante la lontananza: quelle con Paolo
Villaggio e Rino Oxilia tra tutte. De André ha avuto modo di rileggere gran
parte del lavoro e di apportare aggiunte e correzioni. Il risultato è un
libro che è capace di emozionare senza rinunciare a essere rigoroso: la vita
di Fabrizio è ripercorsa attraverso i suoi ricordi e quelli di quanti hanno
condiviso una parte del suo percorso. E' una sorta di lunga e articolata
intervista a più voci che ricorda nel montaggio certi bei documentari che
capita di vedere a tarda notte in televisione. Proprio perché l'autore si
mette in secondo piano rispetto ai protagonisti, intervenendo e commentando
senza retorica e solo dove necessario, il libro restituisce nella sua
interezza la figura di Fabrizio, uomo e musicista: in un certo senso ci
regala ancora un po' della sua voce, della sua poesia in cui si mescolano
puttane e madonne, umanità disperata e umanità martire. La prima parte,
quella che racconta degli anni che precedono il successo, indaga su quelli
che saranno per De André i nodi da risolvere nella sua vita: il difficile
rapporto con il padre e con il fratello maggiore, il rifiuto della propria
posizione di borghese e di certo formalismo, il complicato rapporto con l'
alcool, la paura di esibirsi sul palco. Come in un romanzo di formazione, il
libro di Viva ci porta alla scoperta delle origini della sensibilità tutta
particolare di De André per la natura e i personaggi perdenti. Ma accanto al
lavoro sull'uomo De André, c'è poi la ricerca sul De André cantante, la
ricostruzione dei primi passi nel mondo della discografia, le amicizie con
musicisti e poeti che lo porteranno via via a definire uno stile personale
di scrivere e cantare canzoni. Il country, il jazz, la canzone francese,
sono solo alcune delle esperienze musicali che formeranno Fabrizio, fino ad
arrivare alle più recenti ricerche sulla musica del Mediterraneo raccolte in
"Creuza de mä", passando per una serie di collaborazioni importanti, come
quella con De Gregori, Ivano Fossati, Massimo Bubola. Il libro - che esce in
edizione economica presso la casa editrice Feltrinelli - si legge d'un fiato
nonostante le sue oltre duecento pagine e permette di rivivere con
autenticità l'avventura umana e artistica di un grande "falegname di parole".