Vasco Rossi - LA FINE DEL MILLENNIO - la recensione
Recensione del 27 nov 1999
Be’, cosa dire? Alla fine c’è cascato anche Vasco nella trappola del pezzo di fine millennio. E anche se la sua “fine del millennio” va controcorrente rispetto all’epica celebrativa del nostro cantautorato medio, ciò non toglie che anche quello di Vasco finisce per essere un momento di ‘bilancio’. Il testo, come spesso capita con il Vasco degli ultimi tempi, è da antologia: crudo e pieno di immagini reali, con un linguaggio semplice e diretto che rivendica autonomia e rispetto. La musica, come spesso capita con il Vasco degli ultimi tempi, è abbastanza anonima, sorretta soltanto dalla sua interpretazione che è ormai capace di dare spessore quasi a tutto. Il risultato è un rockone un po’ tamarro dal testo splendido, dai toni vagamente provocatori, una sorta di inno anti-ipocrisia di quelli che a Vasco vengono particolarmente bene. «ho solo degli amici adesso…. Che mi vogliono tutti bene che mi dicono devi stare attento, devi stare meglio, devi stare bene!», e vai, la corte ipocrita e i finti adulatori sono serviti. «Come puoi pensare tu di difendermi da me, lascia stare amico bevi un caffè…»e qui il riferimento sembra doveroso e abbraccia la nutrita schiera di quanti, almeno a parole, vorrebbero capire e ‘curare’ le sindromi autodistruttive, le dipendenze, mettendosi nei panni di chi, queste cose, le vive proprio malgrado o, semplicemente, ha scelto di viverle. La confusione dei segni alberga anche nelle azioni: «anche fare dei piaceri (sai) si può sbagliare…magari tu volevi fare del bene e hai fatto male…», in una fine millennio in cui sempre più sembra valere tutto e il contrario di tutto. E allora? Allora l’unica è non esserci, sparire per lasciare ad altri un ruolo da protagonisti, a quanti «vogliono diventare tutti ‘santi’ o ‘eroi’». Un Vasco che continua a fare del proprio istinto la sua unica legge, senza dettare regole o abbracciare credo universali: è una politica del singolo, è l’uomo che pensa anzitutto a se stesso, è – per quelli che possono essere i canoni comuni – un’etica egoista. Ma reale, poco propensa a sbandierare in pubblico e comunque capace di reagire quando colpita nella propria sfera vitale. La creazione dell’Associazione Massimo Riva (www.associazioneriva.org), a cui saranno destinati i fondi raccolti da questo singolo, sembra esserne un esempio eloquente.