Gianni Sibilla - MUSICA DA VEDERE – IL VIDEOCLIP NELLA TELEVISIONE ITALIANA - la recensione

Recensione del 03 nov 1999

Un saggio di rigore scientifico in piena regola, questo di Gianni Sibilla, che del resto si addice perfettamente a chi, come lui, “sta frequentando il Dottorato di ricerca in Linguistica applicata e linguaggi della comunicazione” presso l’Istituto di Scienze della comunicazione e dello spettacolo. Un saggio che ripercorre la vicenda della musica da vedere, focalizzando l’attenzione sull’oggetto videoclip, analizzandola in tutti i contesti, da quello puramente tecnico – cos’è il videoclip – e culturale – e quindi legato maggiormente alle esigenze industriali -, ai modelli che ne caratterizzano l’ideazione e la fattura, dallo spazio riservato ai clip dai palinsesti delle tv musicali monotematiche così come di quelle generaliste pubbliche e private, al linguaggio del clip e alla sua unicità anche sottratta all’ambito specifico da cui trae origine. Di certo un oggetto nato con finalità promozionali e subito dopo anche artistiche ha tracciato una scia capace di influenzare l’intero mondo della televisione e di esserne a sua volta influenzato. Niente viaggia oggi di pari passo come il mondo dei videoclip e quello, apparentemente distante ma in realtà connesso in quanto a finalità, dei clip pubblicitari, niente sembra essere più moderno in quanto a realizzazione, ritmi, fantasia e innovazioni. E’ cinema che si fa piccolo, grande televisione da pochi minuti, estrema spettacolarizzazione, a volte anche violenta ideologicamente, di un messaggio e di un contenuto che altrimenti avrebbero trovato un referente nel solo immaginario dell’utente e che invece, in questo modo, riescono a far parlare di sé con un’altra altezza di tiro. Da vedere e da sentire, il clip, sperando di poterne cogliere sempre gli aspetti migliori, che non sempre, va detto, arrivano all’occhio di chi, attivamente o passivamente, ne fruisce.


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