Wyclef Jean featuring Bono - NEW DAY - la recensione
Recensione del 23 set 1999
Mentre Bono Vox ha incontrato in questi giorni il Santo Padre per caldeggiare la suggestiva ipotesi di azzeramento dei debiti del Terzo Mondo proposta dall’organizzazione “Giubileo 2000”, di cui il vocalist degli U2 è promotore, c’è un’altra iniziativa di beneficenza che porta la sua firma: è quella relativa al grande concerto del 9 ottobre 1999 in favore del Kosovo e di diverse organizzazioni umanitarie, intitolato NetAid: con lui una sfilza di star tra cui Wyclef Jean dei Fugees, nuovo ‘master of puppets’ (leggi ‘burattinaio’) dell’r&b imparentato all’hip hop e tenutario di un’etichetta di sicuro successo, la Ruffhouse Records. Insieme i due – Bono e Wyclef – hanno scritto questo singolo che mescola citazioni famose (i coretti di “Twist and shout” e nel finale il basso di “Walk on the wild side”, tanto per fare due esempi) a un po’ di quell’ “hip hop flavour “ che ha reso Wyclef celebrato come un nuovo Nobel del suono. Quello che sinceramente stona un po’ – anche se alla fin fine funziona – è proprio il solito cantato sornione del Bono d’Irlanda, che nella sua storia, a pensarci bene, di bei duetti forse ne deve ancora fare. Qui è un po’ la sua caricatura a fare la parte del leone, con il suo stile ‘animista’ che però sembra sin troppo adatto alla situazione, al punto da sembrare prevedibile. Per il resto il singolo funziona, con le sue improvvise celebrazioni gospel, e lascia filtrare il suo messaggio di speranza per i bambini del nuovo millennio. Due le versioni contenute sul singolo, una ‘pop radio edit’ e una ‘hip hop clean version’, forse più rustica e potente, registrata senza Bono e con il Refugee Camp e ospiti speciali.