Donald Baylor - CINQUE ORIZZONTI - UN PROFILO DELLA CARRIERA DEI PEARL JAM - la recensione

Recensione del 20 set 1999

Una democrazia perfetta, per quanto possibile nel mondo del rock: ancora meglio, una cooperativa, fatta di cinque persone diverse complementari e legate da una fraterna amicizia. I Pearl Jam avrebbero potuto essere il gruppo di Eddie Vedder se soltanto lui (e loro) l’avessero voluto, e invece no. Dai tempi di “Ten” fino a “Yeld!” il gruppo ha operato un paziente e continuo lavoro di depistaggio nei confronti della propria popolarità e mitologia, cercando quanto più possibile di rimanere aggrappato alla normalità: le battaglie con Ticketmaster, le prese di distanza da qualsiasi etichetta, le innumerevoli collaborazioni con altri artisti e il matrimonio artistico con un altro loner eccellente come Neil Young, la valorizzazione di tutti gli elementi della band nella composizione dei brani hanno portato a vedere, oggi più che mai, nei Pearl Jam il prototipo di una band formata da cinque dita che sanno, all’occorrenza, stringersi a pugno. Donald Baylor ripercorre il viatico del gruppo, sottolineando con particolare enfasi il rapporto assillante con la popolarità che ha rischiato diverse volte di precipitare la carriera dei Pearl Jam dentro un buco nero e che è stato via via allontanato. Un’iniezione di energia non indifferente è arrivata al gruppo e in special modo a Vedder, dalla morte di Kurt Cobain, l’uomo che più di ogni altro deteneva con lui scettro, colpe e meriti della battezzata scena grunge. La sua disperata fuga dalla realtà è rimasta dentro il frontman dei Pearl Jam come una ferita indelebile, costringendolo a considerare con attenzione continua le proprie mosse. E così tra progetti paralleli, band di amici, iniziative sporadiche, concerti e registrazioni istintive e potenti, la cometa Pearl Jam riesce ancora a splendere di luce propria e a raccontare le sue storie, come spiega – con passione ed estrema sintesi - questo libro. I veri fans sapranno già tutto, per gli altri potrebbe essere una lettura interessante.

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