Luciano Ligabue - RADIOFRECCIA - la recensione
Recensione del 18 ago 1999
In homevideo il film di Ligabue colpisce il centro ugualmente, commuovendo ed emozionando come quando ci si trova in sala. Di più, come se ci si trovasse lì davvero. “Radiofreccia” è un film davvero bello, davvero rock, sostenuto dalla recitazione più che ispirata di Stefano Accorsi e di tutto il gruppo di amici che gli gravita intorno (Luciano Federico, Alessio Modica, Enrico Salimbeni, Roberto Zibetti) ma prima ancora dall’idea, tutta di Ligabue, di provare a ricreare in pellicola lo spirito allegro e a tratti disperato di una giovinezza che mescola passione per il rock e goliardia tra amici, storie di droga e storie d’amore, l’amore per il calcio e la vita di paese. Sono avventure che non possono non coinvolgere e che si sviluppano in quel periodo di passaggio dall’adolescenza all’età adulta in cui i sogni cozzano contro i muri, ma non per questo si frantumano tutti. Qualcuno ne rimane in piedi, come quello che ha permesso a Ligabue di diventare finalmente un musicista a trent’anni passati. E non è un caso che sia proprio lui il primo a vantare una cerchia di amici assolutamente ‘normali’, fuori dal giro della musica, che lo conoscono da troppo tempo per poter finire ad adularlo. “Piccola città eterna”, allora, come la celebrata Correggio di Ligabue, e giù il cappello per un film delicato e forte, capace di raccontare senza giudicare e di trattare con grande sensibilità anche una storia dura come quella di Freccia e della sua droga. Nella colonna sonora, oltre alla compilation di rock’n’roll 100% che occupa uno dei due cd, c’è la dimostrazione di quanto bene potrebbe fare Ligabue scrivendo colonne sonore: il tema di “Sopravvissuti e sopravviventi”, suo terzo album, lo aveva già evidenziato, il tema di “Radiofreccia” e i suoi intermezzi strumentali lo confermano, per non dire delle due canzoni, “Ho perso le parole” e “Metti in circolo il tuo amore”, quest’ultima con uno dei più bei testi di Luciano. Insomma, se lo avete perso al cinema, non perdetevi “Radiofreccia” in videocassetta: è un film da vedere e rivedere.