Alan Jones & Jussi Kantonen - SATURDAY NIGHT FOREVER - THE STORY OF DISCO - la recensione
Recensione del 17 giu 1999
Come avrete intuito dal titolo, il libro in questione è inglese. Che problema c’è per dei provetti anglofili come voi, avvezzi a sbobinare i testi dei R.E.M. ascoltandoli direttamente dal cd? Nessuno, appunto, e del resto l’inglese di questo libro, salvo qualche impennata di colore si fa capire facilmente. E con piacere, visto che qui dentro troverete tutta la storia del genere musicale in assoluto più controverso e popolare al mondo: la disco. Perfino i fans del rock’n’roll, bistrattati da tutti i genitori del mondo, osteggiati dai politicanti, temuti dalle autorità e supposti drogati – in una parola dei veri emarginati – quando si arrivava a parlare di discomusic la liquidavano sprezzantemente con un generico “musica da froci”. La dance viene da un ghetto mentale, dove ha vissuto a lungo, prima ancora che fisico: assemblata e organizzata da neri, latini e gay per la gioia dell’underground poi sempre più overground, fino all’esplosione del fenomeno con “Saturday Night Fever”, il doppio bianco del genere. Musica contaminata con orchestre, funk, rap, capace a sua volta di contaminare, e molto, ciò che le girava intorno. E l’attitudine poi: il sesso (molto), le droghe (poche, almeno all’inizio), e il movimento (fondamentale). Chi balla per ballare, chi balla per rimorchiare, chi balla per sognare. Su questo libro c’è tutto, la storia del genere vissuta passando di discoteca in discoteca, di anno in anno, e persino con qualche chicca come le fotografie delle vecchie copertine di Amanda Lear, Richie Family, Cerrone…”We believe in mirror balls…” è l’esordio significativo dell’autore. Da parte nostra, massimo rispetto.